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Nara Narayana o Aswin sono un'altra cosa è l'avatar gemello di Lord Vishnu guardiani dell'ordine cosmico un dio ed una sola anima in 2 persone appunto ma è tutta un'altra cosa eh da quella roba lì
Nara Narayana o Aswin sono un'altra cosa è l'avatar gemello di Vishnu guardiani dell'ordine cosmico
"Dio è Uno, ma i saggi lo chiamano con nomi diversi." (Rig-veda I 164, 46)
Le diverse Divinità che popolano il pantheon indù sono rappresentazioni simboliche delle molte funzioni e manifestazione di un unico Dio. "Respirava senza produrre respiro, per propria forza, quell'Uno." (Rig-veda X 129, 2)
Nell'induismo Dio è denominato in molti modi tra cui Bhagavan (possessore di benedette qualità e potere), Dhatr (Colui che sostiene l'intera manifestazione), Ishvara (il Signore, il Potente), Paramatman (il Sé supremo), Parameshvara (il Signore supremo), Vidhatr (il Creatore) e ancora molti altri. Dio, in verità, non ha né nome né forma, tuttavia tutti i nomi e tutte le forme appartengono a Lui.
https://www.induismo.it/enciclopedia-induismo/concezione-di-dio/
Nara-Narayana (Sanscrito: नर-नारायण; nara-nārāyaṇa) è una coppia di divinità Hindu. Nara-Narayana è l'incarnazione gemella del Dio Supremo Vishnu sulla terra, il quale lavora per la preservazione del Dharma o giustizia. Nella concezione di Nara-Narayana, lo spirito umano Nara è il compagno eterno del divino Narayana.
https://rumble.com/vu519g-parliamo-del-dharmadelle-leggi-induiste-e-del-adharmanon-dharma.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
Il poema epico indiano, il Mahābhārata, identifica il Dio Krishna con Nārāyaṇa e Arjuna - l'eroe del poema epico - con Nara. La leggenda di Nara-Narayana è anche narrata delle scritture del Bhagvata Purana. Gli hindu credono che la coppia abiti a Badrinath, dove si trova il loro tempio più importante.
I membri della setta hindu Swaminarayan credono che gli eventi che ebbero luogo a Badarikashram, la dimora di Nara-Narayana, portò all'incarnazione di Swaminarayan.
https://it.wikipedia.org/wiki/Nara-Narayana
Il nome "Nara-Narayana" può essere divino nei due termini Sanscriti Nara e Narayana. Nara significa "umano", Nārāyaṇa si riferisce al nome della divinità.
Il dizionario Monier-Williams descrive Nara come "l'Uomo primitivo o Spirito eterno che pervade l'universo (anche associato con Nārāyaṇa, "il figlio dell'uomo primitivo"; entrambi considerati sia divinità che saggi, chiamati देवौ, ऋषी, तापसौ. Nel poema epico, essi sono figli del Dharma da Murti o Ahimsa e emanazioni del Dio Vishnu, Arjuna identificato con Nara e Krishna con Narayana. - Mahābhārata, Harivaṃśa e Purāṇa." Nārāyaṇa è Vishnu, mentre Nara è un uomo.
Raffigurazione
I Nara-Narayana sono raffigurati uniti o separatamente. Quando essi sono raffigurati separatamente, Nara è dipinto con due mani e indossa la pelle di un cervo; Nārāyaṇa è mostrato come la consueta forma di Vishnu. Talvolta entrambi sono raffigurati in maniera identica. Sono dipinti con quattro braccia che tengono una mazza, un disco, una conchiglia e un loto, somiglianti a Vishnu.
Leggende
Arjuna e Krishna vengono spesso chiamati Nara-Narayana nel Mahābhārata e, nel Bhagavata Purana, sono considerati rispettivamente incarnazioni di Nara e Narayana.
Nella loro vita precedente, il duo nacque sotto forma dei saggi Nara e Narayana, i quali si sottoposero a grandi penitenze e nel luogo sacro di Badrinath. Nara e Narayana erano il quinto Avatāra del Dio Vishnu. I gemelli erano figli del Dharma, figlio del Dio Brahmā e di sua moglie Murti (figlia di Daksha) o Ahimsa. Essi vivono a Badrika sottoponendosi a severe pene e meditazione per il bene del mondo. I due inseparabili saggi portarono sulla terra gli Avatara per il bene dell'umanità e per punire i malvagi. I saggi sconfissero un demone chiamato Sahasrakavacha. Nel Mahābhārata Sahasrakavacha era l'incarnazione di Karna, nato con Kavacha e Kundal (armatura e orecchini).
La legenda narra che una volta il Dio Shiva cercò di portare la fama di Nara e Narayana davanti al mondo intero. Per riuscire nel suo intento, scaglio la sua potente arma Paashupathastra ai rishi in meditazione. Il potere della loro meditazione era così intenso che l'astra perse il suo potere prima di raggiungerli. Il Dio Shiva stabilì che questo successe in quanto i due rishi erano jnanis del primo ordine in costante stato di Nirvikalpa Samadhi.
La nascita di Urvashi
Il Bhāgavata Purāṇa narra la storia della nascita di Urvashi dai saggi Nara-Narayana. Una volta, i saggi Nara-Narayana stavano meditando nel santuario di Badrinath, nell'Himalaya. Le loro pene e patimenti allarmarono gli dei, così Indra, il re degli dèi, inviò Kamadeva, Vasanta e Apsaras (ninfe) per ispirare loro con la passione e distrarre la loro devozione. Il saggio Nārāyaṇa prese un fiore e lo posò sulla propria coscia. Immediatamente ne uscì una ninfa, che con la sua bellezza e fascino, fecero tornare i saggi al paradiso e li riempì di vergogna. Nārāyaṇa inviò la ninfa a Indra, e siccome ella nacque dalla coscia del saggio (Uru in Sanscrito), fu chiamata Urvashi.
Secondo il Bhāgavata Purāṇa, "Laggiù a Badrikashram (Badrinath) la Personalità del Dio Supremo (Vishnu), nella sua discesa sotto forma dei saggi Nara e Nārāyaṇa, si sottopose a grandi penitenze da tempo immemorie per il benessere di tutte le entità viventi." (3.4.22)
Nel santuario del Tempio di Badrinath, alla destra dell'immagine di pietra di Badri-Vishala (o Baadri-Narayan), si trovano le immagini di Nara e Nārāyaṇa.
Mahabharata
Secondo Bhandarkar, gli dèi Nara-Narayana erano molto famosi al tempo della stesura del Mahābhārata, dal momento che nelle stanze di apertura dei diversi libri, è rivolto omaggio a questi dèi. Nel Vanaparvan (12. 46, 47), Krishna dice ad Arjuna, "Oh invincibile, tu sei Nara e io sono Hari Nārāyaṇa, e noi, i saggi Nara-Narayana, siamo discesi in questo mondo nel momento propizio.." Nello stesso Parva, capitolo 30 (verso 1); Shiva dice ad Arjuna: "Nella nascita precedente tu eri Nara e con Nārāyaṇa come tuo compagno, vi siete sottoposti a penitenze per migliaia di anni a Badari".
Setta Swaminarayan
Nella setta Swaminarayan, Nara and Nārāyaṇa sono chiamati Nara and Nārāyaṇa Deva. Si crede che essi risiedano a Badrikashram e siano i principali guardiani del destino di ogni essere vivente, dipendentemente dal loro karma. Si crede inoltre che Nara-Narayana Deva si siano manifestati sul Narayana Ghat, sulle rive del Fiume Sabarmati nella città di Ahmedabad. Ed è per questo che le loro immagini furono installate da Swaminarayan nel primo tempio di Swaminarayan, lo Shri Swaminarayan Mandir, ad Ahmedabad (in India).
Tali eventi ebbero luogo a Badarikashram, la dimora di Nara-Narayana, e portò all'incarnazione di Swaminarayan. Si crede che Narayana nacque sotto forma di Swaminarayan a causa della maledizione del saggio Durvasa che l'accettò per propria volontà. La maledizione portò a Narayana, che prese la forma dell'Avatara sulla terra, in cui compito era di distruggere il male e stabilire l'Ekantik-Dharma, religione basata sulla moralità, conoscenza, non-attaccamento e devozione. Alcune importanti scritture Hindu, come la Bhagavad Gita e la Bhāgavata Purāṇa, confermano che Narayana discese in forma umana per distruggere il male, sotto forma di Swaminarayan. Nel Visvaksena Samhita, l'undicesima parte del Brahma Purana, così come lo Skanda Purana, si riferisce direttamente a Narayana come incarnato in Swaminarayan.
Narayana (sanscrito: नारायण, IAST: Nārāyaṇa) è una delle forme e dei nomi del Signore Vishnu, che è nel sonno yogico sotto le acque celesti, riferendosi al principio maschile. È anche conosciuto come Purushottama ed è considerato l'essere supremo nel Vaishnavismo.
Secondo testi come il Vishnu Purana, il Bhagavata Purana, il Garuda Purana e il Padma Purana, Narayana è Vishnu stesso che si incarna in vari avatar.
Secondo la Bhagavad Gita, egli è anche il "Guru dell'Universo". Il Bhagavata Purana dichiara Narayana come la Persona Suprema di Dio che si impegna nella creazione di 14 mondi all'interno dell'universo Brahma che è La Divinità di rajas-guna, egli stesso sostiene, mantiene e preserva l'universo come Vishnu accettando sattva-guna. Narayana stesso annienta l'universo alla fine di Maha-Kalpa come Kalagni Rudra che presiede la divinità di tamas-guna.
Secondo il Bhagavata Purana, Purusha Sukta, Narayana Sukta e Narayana Upanishad dei Veda, egli è l'anima suprema.
https://en.wikipedia.org/wiki/Narayana
Nei Veda, Narayana è essenzialmente la forza suprema e/o l'essenza di tutti: 'Nārāyaṇa parabrahman tatvam Nārāyaṇa paraha'. [5] Narayan Aiyangar afferma che il significato della parola sanscrita 'Narayana' può essere fatto risalire alle Leggi di Manu (noto anche come Manu-smriti, un testo di Dharmaśāstra),[6] che afferma:
Le acque sono chiamate narah, (per) le acque sono, infatti, l'1 residente in Narah o da cui Narah è uscito; poiché erano la sua prima residenza (ayana), è quindi chiamato Narayana.
— Capitolo 1, versetto 10[7]
Questa definizione è usata in tutta la letteratura vedica come il Mahabharata e Vishnu Purana. 'Narayana' è anche definito come il 'figlio dell'uomo primordiale', e 'Essere Supremo che è il fondamento di tutti gli uomini'.
'Nara' (sanscrito नार) significa 'acqua' e 'uomo'[11]
'Yana' (sanscrito यान) significa 'veicolo', 'nave' o, più vagamente, 'dimora' o 'casa'
Descrizione
Lord Vishnu è principalmente affiliato a Narayana
Nei Veda e nei Purana, Narayana è descritto come avente il divino colore blu-nerastro delle nuvole piene d'acqua, a quattro braccia, con un Padma (loto), Kaumodaki (mazza), Panchajanya Shankha (conchiglia) e il Sudarshana Chakra (discus).
Induismo
Articolo principale: Induismo
Come affermato nell'epopea Itihāsa, il Mahabharata:
Io sono Narayana, la Fonte di tutte le cose, l'Eterno, l'Immutabile. Io sono il Creatore di tutte le cose, e il Distruttore anche di tutte. Io sono Vishnu, io sono Brahma e io sono Shankara, il capo degli dei. Io sono il re Vaisravana, e io sono Yama, il signore degli spiriti defunti. Io sono Siva, io sono Soma, e io sono Kasyapa il signore delle cose create. E, o meglio di quelli rigenerati, io sono lui chiamato Dhatri, e anche lui che si chiama Vidhatri,. Il fuoco è la mia bocca, la terra i miei piedi, e il Sole e la Luna sono i miei occhi; il Cielo è la corona del mio capo, il firmamento e le punte cardinali sono le mie orecchie; le acque nascono dal mio sudore. Lo spazio con i punti cardinali è il mio corpo, e l'Aria è la mia mente...
... E, o Brahmana, tutto ciò che si ottiene dagli uomini con la pratica della verità, della carità, delle austerità ascetiche, della pace e dell'innocuità verso tutte le creature, e di altre belle azioni, si ottiene grazie alle mie disposizioni. Governati dalla mia ordinanza, gli uomini vagano nel mio corpo, i loro sensi sopraffatti da me. Si muovono non secondo la loro volontà, ma come sono mossi da me.
— Mahabharata (tradotto da Kisari Mohan Ganguli, 1883-1896), Libro 3, Varna Parva, Capitolo CLXXXVIII
Nel Mahabharata, Krishna è anche sinonimo di Narayana e Arjuna è indicato come Nara. L'epopea li identifica sia al plurale 'Krishna', sia come incarnazioni parziali delle precedenti incarnazioni di Vishnu, richiamando la loro identità mistica come Nara-Narayana.
Narayana è anche descritto nella Bhagavad Gita come avente una forma universale (Vishvarupa) che è al di là dei limiti ordinari della percezione o dell'immaginazione umana.
La dimora eterna e suprema di Narayana al di là dell'universo materiale è Vaikuntha che è un regno di beatitudine e felicità chiamato Paramapadha, che significa luogo finale o più alto per le anime liberate, dove godono di beatitudine e felicità per l'eternità in compagnia del signore supremo. Vaikuntha è situata al di là dell'universo materiale e, quindi, non può essere percepita o misurata dalla scienza materiale o dalla logica. A volte, Ksheera Sagara dove Narayana o Vishnu riposa su Ananta Shesha è anche percepito come Vaikuntha all'interno dell'universo materiale.
https://en.wikipedia.org/wiki/Vaikuntha
I testi Śruti menzionano Narayana come l'essere primordiale, che era presente anche quando Brahma e Ishana (Shiva) non erano presenti. Quindi, Egli è l'Anima Suprema.
Buddismo
Il Mahāsamaya Sutta (DN 20) del Canone Pali menziona una divinità con il nome Veṇhu (sanscrito: Viṣṇu), anche se il testo suggerisce che questo nome potrebbe anche significare una classe di deva. Appare anche nel Veṇḍu Sutta (SN 2.12) come Veṇḍu dove si rivolge a Gautama Buddha celebrando la gioia provata da coloro che seguono il Dhamma. Fa anche una breve menzione di Manu.
Il buddismo Mahayana elabora il carattere di questa divinità, dove viene spesso chiamato Nārāyaṇa (cinese: 那羅延天; Tibetano: མཐུ་བོ་ཆེ།) o più raramente, Narasiṃha (納拉辛哈) e Vāsudeva (婆藪天). La letteratura lo dipinge spesso come un Vajradhara (金剛力士). È presente nel Mandala del Regno del Grembo ed è tra i dodici deva guardiani del Mandala del Regno di Diamante. È associato a Śrāvaṇa nell'astrologia esoterica. [19] La sua regina consorte è Nārāyaṇī. [20] Si dice che sia nato dal cuore di Avalokiteśvara. I Buddha sono talvolta descritti come aventi un corpo fermo come Nārāyaṇa.
Lo Yogācārabhūmi Śāstra lo descrive come avente tre facce con una carnagione giallo-verdastra. Tiene una ruota nella mano destra e cavalca un garuḍa. Il capitolo 6 dello Yiqiejing Yinyi spiega che appartiene al Kāmadhātu ed è venerato per l'acquisizione del potere. Il capitolo 41 aggiunge che ha otto braccia che brandiscono varie "armi di Dharma" (dharmayuda) con le quali soggioga gli asura.
Appare come interlocutore in diversi sutra Mahayana, tra cui il Kāraṇḍavyūha Sūtra, Sarvapuṇyasamuccayasamādhi Sūtra e il Nārāyaṇaparipṛcchā Dhāraṇī.
È anche menzionato in diversi punti del Lalitavistara Sūtra, uno dei Sutra che descrivono la vita di Gautama Buddha. Si dice che il Buddha "è dotato della grande forza di Nārāyaṇa, è chiamato il grande Nārāyaṇa stesso".
Purusha (puruṣa o sanscrito: पुरुष) è un concetto complesso il cui significato si è evoluto in epoca vedica e upanishadica. A seconda della fonte e della linea temporale storica, significa l'essere cosmico o il sé, la coscienza e il principio universale.
Nei primi Veda, Purusha era un essere cosmico il cui sacrificio da parte degli dei creò tutta la vita. Questo era uno dei tanti miti della creazione discussi nei Veda. Nelle Upanishad, il concetto di Purusha si riferisce all'essenza astratta del Sé, dello Spirito e del Principio Universale che è eterno, indistruttibile, senza forma ed è onnipervasivo.
Nella filosofia Sankhya, Purusha è il principio cosmico maschile (spirituale) immobile plurale, pura coscienza, non attaccata e non correlata a nulla, che è "non attiva, immutabile, eterna e pura". L'unione di Purusha con Prakṛti (materia) dà origine alla vita.
Nello Shivaismo del Kashmir, Purusha è avvolto in cinque guaine di tempo (Kāla), desiderio (Raga), restrizione (Niyati), conoscenza (Vidya) e porzione di tempo (Kalā); è il Sé universale (Paramatman) sotto limitazioni come molti Sé individuali (Jīvātman).
https://en.wikipedia.org/wiki/Purusha
Non c'è consenso tra le scuole dell'induismo sulla definizione di Purusha, ed è lasciato a ogni scuola e individuo il compito di raggiungere le proprie conclusioni. Ad esempio, una delle tante tradizioni teistiche come Kapilasurisamvada, accreditata a un altro antico filosofo indù di nome Kapila, prima descrive Purusha in un modo simile alle scuole Samkhya-Yoga, ma poi procede a descrivere buddhi (intelletto) come secondo Purusha e ahamkara (egoismo) come terzo Purusha. Tale pluralismo e diversità di pensiero all'interno dell'induismo implica che il termine Purusha sia un termine complesso con significati diversi.
Le cause animatrici, i campi e i principi della natura sono Purusha nella filosofia indù. L'induismo si riferisce a Purusha come l'anima dell'universo, lo spirito universale presente ovunque, in tutto e in tutti, tutto il tempo. Purusha è il Principio Universale che è eterno, indistruttibile, senza forma e onnipervasivo. È Purusha sotto forma di leggi e principi della natura che operano sullo sfondo per regolare la guida e il cambiamento diretto, l'evoluzione, la causa e l'effetto. [3] È Purusha, nel concetto indù di esistenza, che soffia vita nella materia, è la fonte di tutta la coscienza, quella che crea unità in tutte le forme di vita, in tutta l'umanità, e l'essenza del Sé. È Purusha, secondo l'induismo, il motivo per cui l'universo opera, è dinamico e si evolve, invece di essere statico.
Veda
Durante il periodo vedico, il concetto di Purusha era uno dei numerosi miti offerti per la creazione dell'universo. [a] Purusa, nel Rigveda, è stato descritto come un essere che diventa una vittima sacrificale degli dei, e il cui sacrificio crea tutte le forme di vita, compresi gli esseri umani. [4]
Nel RigVeda, "[t]il suo Puruṣa è tutto ciò che è ancora stato e tutto ciò che deve essere" (पुरुष एवेदं सर्वं यद भूतं यच्च भव्यम|). [9]
Sistema di Varna
Articolo principale: Purusha sukta
Nel Purusha Sukta, il 90 ° inno del 10 ° libro del Rigveda, Varna è ritratta come risultato di esseri umani creati da diverse parti del corpo della divinità Purusha. Questo versetto di Purusha Sukta è controverso ed è creduto da molti studiosi, come Max Müller, come una corruzione e un inserimento dell'era medievale o moderna nei Veda, perché a differenza di tutti gli altri concetti principali nei Veda, compresi quelli di Purusha,[12] i quattro varna non sono mai menzionati da nessun'altra parte in nessuno dei Veda, e perché questo versetto manca in alcune stampe manoscritte trovate in diverse parti dell'India.
Quel notevole inno (il Purusha Sukta) è nel linguaggio, nel metro e nello stile, molto diverso dal resto delle preghiere a cui è associato. Ha un tono decisamente più moderno, e deve essere stato composto dopo che la lingua sanscrita era stata raffinata.
— Henry Thomas Colebrooke, [13]
Non c'è dubbio, ad esempio, che il 90° inno del 10° libro (Purusha Sukta) sia moderno sia nel suo carattere che nella sua dizione. (...) Menziona le tre stagioni nell'ordine della Vasanta, la primavera; Grishma, estate; e Sarad, autunno; contiene l'unico passaggio del Rigveda in cui sono enumerate le quattro caste. L'evidenza del linguaggio per la data moderna di questa composizione è altrettanto forte. Grishma, per esempio, il nome per la stagione calda, non compare in nessun altro inno del Rigveda; e vasanta inoltre non appartiene al primo vocabolario dei poeti vedici.
— Max Müller, [14]
Il Purusha Sukta è un'interpolazione successiva nel Rig Veda. (...) I versi sotto forma di domande sulla divisione di Purusha e le origini dei Varna sono un'emendazione fraudolenta dell'originale.
— Babasaheb Ambedkar,
Upanishad
L'idea astratta Purusha è ampiamente discussa in varie Upanishad, e si riferisce in modo intercambiabile come Paramatman e Brahman (da non confondere con Brahmin). [1] Nelle Upanishad e nei testi successivi della filosofia indù, il concetto di Purusha si allontanò dalla definizione vedica di Purusha e non era più una persona, un uomo cosmico o un'entità. Invece, il concetto è sbocciato in un'astrazione più complessa:
Splendido e senza forma corporea è questo Purusha, senza e dentro, non nato, senza respiro vitale e senza mente, superiore all'elemento supremo. Da lui nascono il respiro e la mente della vita. Egli è l'anima di tutti gli esseri.
— Munduka Upanishad, (Tradotto da Klaus Klostermair)[17]
Nelle Upanishad, il concetto di Purusha si riferisce all'essenza astratta del Sé, dello Spirito e del Principio Universale che è eterno, indistruttibile, senza forma ed è tutto pervasivo. [4] Il concetto di Purusha è spiegato con il concetto di Prakrti nelle Upanishad. L'Universo è immaginato in questi antichi testi sanscriti come una combinazione della realtà materiale percepibile e delle leggi e dei principi non percepibili e non materiali della natura. La realtà materiale (o Prakrti) è tutto ciò che è cambiato, può cambiare ed è soggetto a causa ed effetto. Purusha è il principio Universale che è immutabile, non causato ma è presente ovunque e la ragione per cui Prakrti cambia, trasforma e trascende tutto il tempo e che è per questo che c'è causa ed effetto.
Rishi Angiras dell'Atma Upanishad appartenente all'Atharvaveda spiega che Purusha, l'abitante del corpo, è triplice: il Bahyatman (l'Outer-Atman) che nasce e muore; l'Antaratman (l'Atman Interiore) che comprende l'intera gamma di fenomeni materiali, grossolani e sottili, di cui il Jiva si occupa, e il Paramatman che è onnipervadente, impensabile, indescrivibile, è senza azione e non ha Samskara. [18]
In Samkhya e Yoga
Sia Samkhya, una scuola di filosofia indù che considera la ragione, contro la logica della scuola Nyaya o la tradizione della scuola Mīmāṃsā, come la giusta fonte di conoscenza, sia la filosofia Yoga affermano che ci sono due realtà ultime la cui interazione rappresenta tutte le esperienze e l'universo, vale a dire Purusha (spirito) e Prakrti (materia). [3][19] L'universo è immaginato come una combinazione di realtà materiale percepibile e leggi e principi non percepibili e non materiali della natura. La realtà materiale, o Prakrti, è tutto ciò che è cambiato, può cambiare ed è soggetto a causa ed effetto. Il principio universale, o Purusha, è ciò che è immutabile (aksara)[1] e non è causato.
Puruṣa è il sé trascendentale o pura coscienza. È assoluto, indipendente, libero, impercettibile, inconoscibile attraverso altre agenzie, al di sopra di qualsiasi esperienza della mente o dei sensi e al di là di qualsiasi parola o spiegazione. Rimane pura, "coscienza non attributiva". Puruṣa non viene né prodotto né prodotto. Si ritiene che a differenza dell'Advaita Vedanta e come Purva-Mīmāṃsā, Samkhya crede nella pluralità dei puruṣa. [20]
La filosofia dello yoga sostiene che, oltre al purusha di ogni individuo, c'è un purusha speciale chiamato Ishvara, che è privo di tutti i klesha e karma. [21]
Sia la scuola Samkhya che la scuola di Yoga sostengono che il percorso verso il moksha (rilascio, realizzazione del Sé) include la realizzazione di Purusha. [22]
Puranas
Nei Purana, "Il Bhagavata Purana e il Mahabharata proclamano coraggiosamente Vishnu come Purusha ultimo descritto nella preghiera Purusha Sukta", mentre Shiva è descritto come Purusha (maschio cosmico) ultimo in Shiva Purana. [23] Secondo l'indologo W. Norman Brown, "I versi di Purusha Sukta sono sicuramente un riferimento a Vishnu, che, attraverso i suoi tre passi, è tutto pervadente (cioè si diffonde in tutte le direzioni)". [23]
Vedanta
Brahma Sutra
I Brahma Sutra dichiarano janmādy asya yatah, il che significa che 'La Verità Assoluta è ciò da cui emana tutto il resto' Bhagavata Purana [S.1.1.1].
Vishnu (/ˈvɪʃnʊ/; [ʋɪʂɳʊ]; Sanscrito: विष्णु, lett. 'il pervader', Viṣṇu), noto anche come Narayana e Hari, è una delle principali divinità dell'induismo. È l'essere supremo all'interno del Vaishnavismo, una delle principali tradizioni all'interno dell'induismo contemporaneo. [6][7]
Vishnu è conosciuto come "Il Conservatore" all'interno del Trimurti, la triplice divinità della divinità suprema che include Brahma e Shiva. [8][9] Nella tradizione del Vaishnavismo, Vishnu è l'essere supremo che crea, protegge e trasforma l'universo. Nella tradizione Shaktismo, la Dea, o Devi, è descritta come una delle supreme, eppure Vishnu è venerato insieme a Shiva e Brahma. Si afferma che una dea è l'energia e il potere creativo (Shakti) di ciascuno, con Lakshmi il partner complementare uguale di Vishnu. [10] È una delle cinque divinità equivalenti nel Puja Panchayatana della tradizione Smarta dell'induismo. [9]
Secondo la setta del Vaishnavismo, la forma più alta di Ishvar è con qualità (Saguna), e ha una certa forma ma è illimitata, trascendente e immutabile Brahman assoluto, e l'Atman primordiale (Sé) dell'universo. [11] Ci sono molte rappresentazioni sia benevole che temibili di Vishnu. In aspetti benevoli, è raffigurato come un onnisciente che dorme sulle spire del serpente Adishesha (che rappresenta il tempo) che galleggia nell'oceano primordiale di latte chiamato Kshira Sagara con la consorte Lakshmi. [12]
Ogni volta che il mondo è minacciato dal male, dal caos e dalle forze distruttive, Vishnu scende sotto forma di avatar (incarnazione) per ripristinare l'ordine cosmico e proteggere il Dharma. Dashavatara sono i dieci avatar principali (incarnazioni) di Vishnu. Dei dieci, gli avatar di Rama e Krishna sono i più importanti
https://en.wikipedia.org/wiki/Vishnu
Vishnu (o Viṣṇu, sanscrito: विष्णु) significa "tutto pervasivo"[14] e, secondo Medhātith (c. 1000 d.C.), "colui che è tutto e dentro tutto". [15] Lo studioso di Vedanga Yaska (IV secolo aC) nel Nirukta definisce Vishnu come viṣṇur viṣvater vā vyaśnoter vā ("colui che entra ovunque"); aggiungendo anche atha yad viṣito bhavati tad viṣnurbhavati ('ciò che è libero da catene e schiavitù è Vishnu'). [16]
Nella decima parte del Padma Purana (4-15 ° secolo dC), Danta (Figlio di Bhīma e Re di Vidarbha) elenca 108 nomi di Vishnu (17.98-102). [17] Questi includono i dieci avatar principali (vedi Dashavarara, sotto) e le descrizioni delle qualità, degli attributi o degli aspetti di Dio.
Il Garuda Purana (capitolo XV)[18] e l'"Anushasana Parva" del Mahabharata elencano entrambi oltre 1000 nomi per Vishnu, ogni nome descrive una qualità, un attributo o un aspetto di Dio. Conosciuto come Vishnu Sahasranama, Vishnu qui è definito come "l'onnipresente".
Altri nomi degni di nota in questo elenco includono:
Hari ('rimozione dei peccati')
Kala ('tempo')
Vāsudeva (il figlio di Vasudeva)
Atman ('il Sé')
Purusa ('l'essere divino')
Prakrti ('la natura divina')
Lakshmikanta (il marito di Lakshmi)[19]
Jagannatha (Signore dell'universo)
Janardana ·
Govinda (sovrano onnipresente dell'Indriya, essere supremo che può essere conosciuto attraverso i veda, protettore delle mucche)
Hrishikesha ·
Padmanabha ·
Mukunda ·
Iconografia
Una statua di Vishnu.
L'iconografia di Vishnu lo mostra con la pelle blu scuro, blu-grigia o nera, e come un uomo ingioiellato ben vestito. In genere è mostrato con quattro braccia, ma due rappresentazioni armate si trovano anche nei testi indù sulle opere d'arte. [20][21]
Gli identificatori storici della sua icona includono la sua immagine che tiene una conchiglia (shankha chiamata Panchajanya) tra le prime due dita di una mano (schiena sinistra), un chakra – discus di guerra chiamato Sudarshana – in un altro (dorso destro). Il guscio di conchiglia è a spirale e simboleggia tutta l'esistenza ciclica a spirale interconnessa, mentre il disco simboleggia lui come ciò che ripristina il dharma con la guerra, se necessario, quando l'equilibrio cosmico è sopraffatto dal male. [20] Una delle sue braccia a volte porta un gada (mazza, mazza chiamata Kaumodaki) che simboleggia l'autorità e il potere della conoscenza. [20] Nel quarto braccio, tiene un fiore di loto (padma) che simboleggia la purezza e la trascendenza. [20][21][22] Gli oggetti che tiene in varie mani variano, dando origine a ventiquattro combinazioni di iconografia, ogni combinazione rappresenta una forma speciale di Vishnu. A ciascuna di queste forme speciali viene dato un nome speciale in testi come l'Agni Purana e il Padma Purana. Questi testi, tuttavia, sono incoerenti. [23] Raramente, Vishnu è raffigurato con l'arco Sharanga o la spada Nandaka. È raffigurato con la gemma Kaustubha in una collana e indossa Vaijayanti, una ghirlanda di fiori della foresta. Il segno shrivatsa è raffigurato sul suo petto sotto forma di un ricciolo di capelli. Generalmente indossa indumenti gialli.
L'iconografia di Vishnu lo mostra in posizione eretta, seduto in una posa yoga o sdraiato. [21] Una rappresentazione tradizionale di Vishnu è quella di Lui sdraiato sulle spire del serpente Shesha, accompagnato dalla sua consorte Lakshmi, mentre "sogna l'universo in realtà". [24]
Il Trimurti
Articolo principale: Trimurti
Il Trimurti a Ellora, con Vishnu nel mezzo.
In particolare nel Vaishnavismo, la cosiddetta Trimurti (nota anche come Triade indù o Grande Trinità)[25][26] rappresenta le tre forze fondamentali (guṇas) attraverso le quali l'universo viene creato, mantenuto e distrutto in successione ciclica. Ognuna di queste forze è rappresentata da una divinità indù:[27][28]
Brahma: rappresenta Rajas (passione, creazione)
Vishnu: rappresenta Sattva (bontà, conservazione)
Shiva: rappresenta Tamas (oscurità, distruzione)
Nella tradizione indù, il trio è spesso indicato come Brahma-Vishnu-Mahesh. Tutti hanno lo stesso significato di tre in Uno; diverse forme o manifestazioni di Una persona l'Essere Supremo. [29]
Avatar
Articoli principali: Avatar e Dashavatara
Vishnu e i suoi avatar (Vaikuntha Chaturmurti): Vishnu stesso o Krishna in forma umana, Narasimha come un leone, Varaha come un cinghiale. Arte di Mathura, metà del 5 ° secolo dC. Museo di Boston. [30]
Il concetto di avatar (o incarnazione) all'interno dell'induismo è più spesso associato a Vishnu, l'aspetto conservatore o sostenitore di Dio all'interno del Trimurti indù. Gli avatar di Vishnu scendono per potenziare il bene e distruggere il male, ripristinando così il Dharma e alleviando il peso della Terra. Un passaggio spesso citato della Bhagavad Gita descrive il ruolo tipico di un avatar di Vishnu:
Ogni volta che la rettitudine diminuisce e l'ingiustizia aumenta, io mando me stesso.
Per la protezione del bene e per la distruzione del male,
e per l'instaurazione della giustizia,
vengo in essere un'età dopo l'altra.
— Bhagavad Gita 4,7–8
La letteratura vedica, in particolare i Purana ('antichi'; simili alle enciclopedie) e Itihasa ('cronaca, storia, leggenda'), narrano numerosi avatar di Vishnu. I più noti di questi avatar sono Krishna (in particolare nel Vishnu Purana, Bhagavata Purana e Mahabharata; quest'ultimo comprende la Bhagavad Gita) e Rama (in particolare nel Ramayana). Krishna in particolare è venerato nel Vaishnavismo come la fonte ultima, primordiale, trascendentale di tutta l'esistenza, compresi tutti gli altri semidei e dei come Vishnu.
Il Mahabharata
Nel Mahabharata, Vishnu (come Narayana) afferma a Narada che apparirà nelle seguenti dieci incarnazioni:
Apparendo nelle forme di un cigno [Hamsa], di una tartaruga [Kurma], di un pesce [Matsya], o prima di tutto di quelli rigenerati, mi mostrerò poi come un cinghiale [Varaha], poi come un uomo-leone (Nrisingha), poi come un nano [Vamana], poi come Rama della razza di Bhrigu, poi come Rama, il figlio di Dasaratha, poi come Krishna il rampollo della razza Sattwata, e infine come Kalki.
— Libro 12, Santi Parva, Capitolo CCCXL (340), tradotto da Kisari Mohan Ganguli, 1883-1896[31]
I Purana
Gli avatar specificati di Vishnu sono elencati contro alcuni dei Purana nella tabella seguente. Tuttavia, questo è un processo complicato ed è improbabile che gli elenchi siano esaustivi perché:
Non tutti i Purana forniscono elenchi di per sé (ad esempio l'Agni Purana dedica interi capitoli agli avatar, e alcuni di questi capitoli menzionano altri avatar al loro interno)
Un elenco può essere dato in un posto, ma altri avatar possono essere menzionati altrove (ad esempio il Bhagavata Purana elenca 22 avatar nel Canto 1, ma ne menziona altri altrove)
Manava Purana, l'unico Upa Purana elencato 42 avatar di Vishnu.
Una personalità in un Purana può essere considerata un avatar in un altro (ad esempio Narada non è specificato come avatar nel Matsya Purana ma è nel Bhagavata Purana)
Alcuni avatar sono costituiti da due o più persone considerate come aspetti diversi di una singola incarnazione (ad esempio Nara-Narayana, Rama e i suoi tre fratelli)
Vishnu è una divinità Rigvedica, ma non prominente rispetto a Indra, Agni e altri. [53] Solo 5 dei 1028 inni del Rigveda sono dedicati a Vishnu, anche se è menzionato in altri inni. [15] Vishnu è menzionato nello strato di testo Brahmana nei Veda, in seguito il suo profilo sale e nel corso della storia della mitologia indiana, afferma Jan Gonda, Vishnu diventa una divinità di altissimo rango, equivalente all'Essere Supremo. [53][54]
Sebbene sia una menzione minore e con attributi sovrapposti nei Veda, ha caratteristiche importanti in vari inni di Rig Veda, come 1.154.5, 1.56.3 e 10.15.3. [53] In questi inni, la mitologia vedica afferma che Vishnu risiede in quella casa più alta dove risiedono gli Atman defunti (Sé), un'affermazione che potrebbe essere stata la ragione della sua crescente enfasi e popolarità nella soteriologia indù. [53][55] Egli è anche descritto nella letteratura vedica come colui che sostiene il cielo e la terra. [15]
तदस्य प्रियमभि पाथो अश्यां नरो यत्र देवयवो मदन्ति । उरुक्रमस्य स हि बन्धुरित्था विष्णोः पदे परमे मध्व उत्सः ॥ ५॥ ऋग्वेद १-१५४-५
5. Potrei raggiungere quel suo caro recinto per il bestiame, dove gli uomini che cercano gli dei trovano euforia, perché proprio questo è il legame con quello che cammina largo: la sorgente di miele nel gradino più alto di Viṣṇu.
—RV. 1.154.5[56] —tradotto da Stephanie Jamison, 2020[57]
आहं पितॄन्सुविदत्राँ अवित्सि नपातं च विक्रमणं च विष्णोः ।
बर्हिषदो ये स्वधया सुतस्य भजन्त पित्वस्त इहागमिष्ठाः ॥ ३॥ ऋग्वेद १०-१५-३
3. Ho trovato qui gli antenati buoni da trovare e il nipote e l'ampio passo di Viṣṇu.
Coloro che, seduti sull'erba rituale, condividono il soma pressato e il cibo al grido di "svadhā", sono gli arrivi più graditi qui.
—RV 10.15.13[56] —tradotto da Stephanie Jamison, 2020[57]
Negli inni vedici, Vishnu è invocato insieme ad altre divinità, in particolare Indra, che aiuta a uccidere il simbolo del male chiamato Vritra. [15][58] La sua caratteristica distintiva nei Veda è la sua associazione con la luce. Due inni rigvedici nel Mandala 7 si riferiscono a Vishnu. Nella sezione 7.99 del Rigveda, Vishnu è indicato come il dio che separa cielo e terra, una caratteristica che condivide con Indra. Nei testi vedici, la divinità o dio indicato come Vishnu è Surya o Savitr (dio Sole), che porta anche il nome suryanarayana. Ancora una volta, questo legame con Surya è una caratteristica che Vishnu condivide con altre divinità vediche di nome Mitra e Agni, in cui inni diversi, anch'essi "riuniscono gli uomini" e fanno sì che tutti gli esseri viventi si alzino e li spingano a svolgere le loro attività quotidiane. [59]
Nell'inno 7,99 di Rigveda, Indra-Vishnu è equivalente e produce il sole, con i versetti che affermano che questo sole è la fonte di tutta l'energia e la luce per tutti. [59] In altri inni del Rigveda, Vishnu è un caro amico di Indra. [60] Altrove nei testi Rigveda, Atharvaveda e Upanishadico, Vishnu è equivalente a Prajapati, entrambi sono descritti come il protettore e il preparatore dell'utero, e secondo Klaus Klostermaier, questa potrebbe essere la radice dietro la fusione post-vedica di tutti gli attributi del Prajapati vedico agli avatar di Vishnu. [15]
Nello Yajurveda, Taittiriya Aranyaka (10.13.1), "Narayana sukta", Narayana è menzionato come l'essere supremo. Il primo versetto di "Narayana Suktam" menziona le parole paramam padam, che letteralmente significano "posto più alto" e possono essere intese come la "dimora suprema per tutti i Sé". Questo è anche conosciuto come Param Dhama, Paramapadam o Vaikuntha. Rigveda 1.22.20 menziona anche lo stesso paramam padam. [61]
Nell'Atharvaveda, appare la mitologia di un cinghiale che solleva la dea terra dalle profondità dell'oceano cosmico, ma senza la parola Vishnu o i suoi nomi avatar alternativi. Nella mitologia post-vedica, questa leggenda diventa una delle basi di molti miti cosmogonici chiamati leggenda di Varaha, con Varaha come avatar di Vishnu. [58]
Trivikrama: I tre passi di Vishnu
I tre passi di Vishnu
La rappresentazione dei "tre passi di Vishnu" è comune nell'arte indù, in cui la sua gamba è mostrata sollevata come una ginnasta, simboleggiando un enorme passo. A sinistra: Trivikrama nell'arte di Mathura, periodo Gupta. Centro: in un tempio a Bhaktapur, Nepal; A destra: ai templi rupestri di Badami del 6 ° secolo, in India.
Diversi inni del Rigveda ripetono la potente azione di Vishnu chiamata Trivikrama, che è una delle mitologie durature nell'induismo fin dai tempi vedici. [62] È un'ispirazione per le opere d'arte antiche in numerosi templi indù come nelle grotte di Ellora, che raffigurano la leggenda Trivikrama attraverso l'avatar Vamana di Vishnu. [63][64] Trivikrama si riferisce ai celebri tre passi o "tre passi" di Vishnu. Partendo come un piccolo essere dall'aspetto insignificante, Vishnu intraprende un compito erculeo di stabilire la sua portata e forma, poi con il suo primo passo copre la terra, con il secondo l'etere e il terzo intero cielo. [62][65]
विष्णोर्नु कं वीर्याणि प्र वोचं यः पार्थिवानि विममे रजांसि ।
यो अस्कभायदुत्तरं सधस्थं विचक्रमाणस्त्रेधोरुगायः ॥ १॥ ...
viṣṇōrnu kaṃ vīryāṇi pra vōcaṃ yaḥ pārthivāni vimamē rajāṃsi |
yō askabhāyaduttaraṃ sadhasthaṃ vicakramāṇastrēdhōrugāyaḥ || 1||
Proclamerò ora le gesta eroiche di Visnu, che ha misurato le regioni terrestri,
che ha stabilito la dimora superiore avendo, a passo largo, camminato triplicato...
— Rigveda 1.154.1, Tradotto da Jan Gonda[66]
Il Vishnu Sukta 1.154 di Rigveda dice che il primo e il secondo passo di Vishnu (quelli che comprendono la terra e l'aria) sono visibili ai mortali e il terzo è il regno degli immortali. Il Trivikrama che descrive gli inni integra temi salvifici, affermando che Vishnu simboleggia ciò che è libertà e vita. [62] Lo Shatapatha Brahmana elabora questo tema di Vishnu, come il suo sforzo erculeo e sacrificio per creare e ottenere poteri che aiutano gli altri, uno che realizza e sconfigge il male simboleggiato dagli Asura dopo che avevano usurpato i tre mondi, e quindi Vishnu è il salvatore dei mortali e degli immortali (Deva). [62]
Brahmana
A ciò che è Uno
Sette germi non maturati sono ancora il seme prolifico del cielo:
le loro funzioni mantengono per ordinanza di Vishnu.
Circondati dalla saggezza attraverso l'intelligenza e il pensiero,
ci fanno conoscere il presente da ogni parte.
Ciò che sono veramente non lo so chiaramente:
misterioso, incatenato nella mia mente mi chiedo.
Quando il primogenito della santa Legge si avvicinò a me,
poi di questo discorso, ottengo prima una porzione.
(...)
Lo chiamano Indra, Mitra, Varuna, Agni,
ed è Garutman dalle ali celesti.
A ciò che è Uno, i saggi danno a molti un titolo.
— Rigveda 1.164.36-37, 46[67][68]
Lo Shatapatha Brahmana contiene idee che la tradizione vaishnavistica dell'induismo ha a lungo mappato su una visione panteistica di Vishnu come supremo, lui come l'essenza in ogni essere e tutto nell'universo empiricamente percepito. In questo Brahmana, afferma Klaus Klostermaier, Purusha Narayana (Vishnu) afferma: "tutti i mondi li ho collocati nel mio sé, e il mio sé l'ho posto all'interno di tutti i mondi". [69] Il testo equipara Vishnu a tutta la conoscenza che c'è (Veda), chiamando l'essenza di tutto come imperitura, tutti i Veda e i principi dell'universo come imperitura, e che questo imperituro che è Vishnu è il tutto. [69]
Vishnu è descritto come permeante di tutti gli oggetti e le forme di vita, afferma S. Giora Shoham, dove è "sempre presente in tutte le cose come principio intrinseco di tutti", e il sé eterno e trascendentale in ogni essere. [70] La letteratura vedica, compreso il suo strato di Brahmana, mentre loda Vishnu non soggioga altri dei e dee. Presentano un enoteismo pluralistico inclusivo. Secondo Max Muller, "Sebbene gli dei siano talvolta distintamente invocati come i grandi e i piccoli, i giovani e i vecchi (Rig Veda 1:27:13), questo è solo un tentativo di trovare l'espressione più completa per i poteri divini e da nessuna parte nessuno degli dei è rappresentato come subordinato agli altri. Sarebbe facile trovare, nei numerosi inni dei Veda, passaggi in cui quasi ogni singolo dio è rappresentato come supremo e assoluto". [71]
Upanishad
Le Upanishad Vaishnava sono Upanishad minori dell'Induismo, legate alla teologia di Vishnu. Ci sono 14 Upanishad Vaishnava nell'antologia Muktika di 108 Upanishad. [72] Non è chiaro quando questi testi siano stati composti, e le stime variano dal 1 ° secolo aC al 17 ° secolo CE per i testi. [73][74]
Queste Upanishad evidenziano Vishnu, Narayana, Rama o uno dei suoi avatar come la suprema realtà metafisica chiamata Brahman nell'induismo. [75][76] Discutono una vasta gamma di argomenti, dall'etica ai metodi di culto. [77]
Puranas
Il Bhagavata Purana è incentrato su Krishna, un avatar di Vishnu.
Vishnu è l'obiettivo principale del genere Purana incentrato sul Vaishnavismo dei testi indù. Di questi, secondo Ludo Rocher, i testi più importanti sono il Bhagavata Purana, Vishnu Purana, Nāradeya Purana, Garuda Purana e Vayu Purana. [78] I testi Purana includono molte versioni di cosmologie, mitologie, voci enciclopediche su vari aspetti della vita e capitoli che erano guide turistiche regionali legate ai templi di Vishnu di epoca medievale chiamate mahatmyas. [79]
Una versione della cosmologia, ad esempio, afferma che l'occhio di Vishnu si trova al Polo Celeste Meridionale da dove osserva il cosmo. [80] In un'altra versione trovata nella sezione 4.80 del Vayu Purana, egli è l'Hiranyagarbha, o l'uovo d'oro da cui sono nati simultaneamente tutti gli esseri femminili e maschili dell'universo. [81]
Vishnu Purana
Il Vishnu Purana presenta Vishnu come l'elemento centrale della sua cosmologia, a differenza di altri Purana in cui shiva o Brahma o la dea Shakti sono. La riverenza e il culto di Vishnu sono descritti in 22 capitoli della prima parte di Vishnu Purana, insieme all'uso abbondante dei nomi sinonimi di Vishnu come Hari, Janardana, Madhava, Achyuta, Hrishikesha e altri. [82]
Il Vishnu Purana discute anche il concetto indù di realtà suprema chiamata Brahman nel contesto delle Upanishad; una discussione che lo studioso teistico del Vedanta Ramanuja interpreta come sull'equivalenza del Brahman con Vishnu, una teologia fondamentale nella tradizione dello Sri Vaishnavismo. [83]
Bhagavata Purana
Vishnu è equiparato al Brahman nel Bhagavata Purana, come nel versetto 1.2.11, in quanto "i trascendentalisti dotti che conoscono la Verità Assoluta chiamano questa sostanza non duale come Brahman, Paramatma e Bhagavan". [84]
Il Bhagavata Purana è stato il testo Purana più popolare e ampiamente letto relativo all'avatar Vishnu Krishna, è stato tradotto e disponibile in quasi tutte le lingue indiane. [85] Come altri Purana, discute una vasta gamma di argomenti tra cui cosmologia, genealogia, geografia, mitologia, leggenda, musica, danza, yoga e cultura. [86][87] All'inizio, le forze del male hanno vinto una guerra tra i benevoli deva (divinità) e gli asura malvagi (demoni) e ora governano l'universo. La verità riemerge quando l'avatar di Vishnu prima fa pace con i demoni, li capisce e poi li sconfigge creativamente, riportando speranza, giustizia, libertà e bene – un tema ciclico che appare in molte leggende. [88] Il Bhagavata Purana è un testo venerato nel Vaishnavismo. [89] Le leggende puraniche di Vishnu hanno ispirato opere teatrali e arti drammatiche che vengono recitate durante i festival, in particolare attraverso arti performative come sattriya, danza Manipuri, Odissi, Kuchipudi, Kathakali, Kathak, Bharatanatyam, Bhagavata Mela e Mohiniyattam. [90][91][92]
Altri Purana
Alcune versioni dei testi Purana, a differenza dei testi vedici e upanishadici, enfatizzano Vishnu come supremo e da cui dipendono altri dei. Vishnu, per esempio, è la fonte della divinità creatrice Brahma nei testi Purana incentrati sul Vaishnavismo. L'iconografia di Vishnu mostra tipicamente Brahma che nasce in un loto che emerge dal suo ombelico, che poi viene descritto come la creazione di tutte le forme nell'universo, ma non l'universo primordiale stesso. [93] Al contrario, i Purana focalizzati su Shiva descrivono Brahma e Vishnu come creati da Ardhanarishvara, cioè metà Shiva e metà Parvati; o in alternativa, Brahma è nato da Rudra, o Vishnu, Shiva e Brahma creandosi ciclicamente l'un l'altro in diversi eoni (kalpa). [94]
In alcuni Purana Vaishnava, Vishnu assume la forma di Rudra o comanda a Rudra di distruggere il mondo, dopodiché l'intero universo si dissolve e insieme al tempo, tutto viene riassorbito in Vishnu. L'universo viene quindi ricreato da Vishnu di nuovo, iniziando un nuovo Kalpa. [95] Per questo il Bhagavata Purana impiega la metafora di Vishnu come ragno e l'universo come sua tela. Altri testi offrono teorie cosmogeniche alternative, come quella in cui l'universo e il tempo sono assorbiti in Shiva. [95][96]
Agama
La scrittura Agama chiamata Pancharatra descrive un modo di adorare Vishnu.
Sangam e letteratura post-Sangam
Articolo principale: Thirumal
La letteratura Sangam si riferisce a una vasta collezione regionale in lingua tamil, per lo più dai primi secoli dell'era comune. Questi testi Tamil venerano Vishnu e i suoi avatar come Krishna e Rama, così come altre divinità pan-indiane come Shiva, Muruga, Durga, Indra e altri. [97] Vishnu è descritto in questi testi come mayon, o "uno che è di colore scuro o nero" (nel nord dell'India, la parola equivalente è Krishna). [97] Altri termini trovati per Vishnu in questi antichi generi di letteratura Tamil includono mayavan, mamiyon, netiyon, mal e maya. [98]
Krishna come avatar Vishnu è il soggetto principale di due epopee tamil post-Sangam Silappadikaram e Manimekalai, ognuna delle quali è stata probabilmente composta intorno al 5 ° secolo dC. [99][100] Queste epopee Tamil condividono molti aspetti della storia che si trovano in altre parti dell'India, come quelli legati al piccolo Krishna come rubare il burro, e l'adolescente Krishna come prendere in giro le ragazze che andavano a fare il bagno in un fiume nascondendo i loro vestiti. [99][101]
Movimento Bhakti
Le idee su Vishnu a metà del 1 ° millennio CE erano importanti per la teologia del movimento Bhakti che alla fine spazzò l'India dopo il 12 ° secolo. Gli Alvar, che letteralmente significa "quelli immersi in Dio", erano poeti-santi Tamil Vaishnava che cantavano lodi di Vishnu mentre viaggiavano da un luogo all'altro. [102] Stabilirono siti di templi come Srirangam e diffusero idee sul Vaishnavismo. Le loro poesie, compilate come Alwar Arulicheyalgal o Divya Prabhandham, si svilupparono in una scrittura influente per i Vaishnava. I riferimenti del Bhagavata Purana ai santi Alvar dell'India meridionale, insieme alla sua enfasi sulla bhakti, hanno portato molti studiosi a dargli origini dell'India meridionale, anche se alcuni studiosi si chiedono se questa prova escluda la possibilità che il movimento bhakti abbia avuto sviluppi paralleli in altre parti dell'India. [103][104]
Teologia Vaishnava
Parte di una serie su
Vaishnavismo
Primo piano di Vishnu, seduto nella posizione del loto su un loto. Dalla raffigurazione del poeta Jayadeva che si inchina a Vishnu, Gouache su carta Pahari, L'immagine stessa della devozione, corpo nudo, testa chinata, gambe incrociate e mani giunte, Jayadeva si trova a sinistra, con gli strumenti di culto posti davanti al sedile di loto di Vishnu che siede lì, benedicendo il poeta.
Divinità suprema
Divinità importanti
Sacre Scritture
Sampradayas ·
Insegnanti–acharya
Tradizioni correlate
vte
Articoli principali: Vaishnavism e Pañcaratra
Il Bhagavata Purana riassume la teologia Vaishnava, in cui discute frequentemente la fusione del Sé individuale con il Brahman Assoluto (Realtà Ultima, Verità Suprema), o "il ritorno del Brahman nella Sua vera natura", una filosofia distintamente advaitica o non dualistica di Shankara. [86][105][106] Il concetto di moksha è spiegato come Ekatva ('Unità') e Sayujya ('Assorbimento, unione intima'), in cui si è completamente persi nel Brahman (Sé, Essere Supremo, la propria vera natura). [107] Questo, afferma Rukmini (1993), è proclamazione del "ritorno del Sé individuale all'Assoluto e della sua fusione nell'Assoluto", che è inequivocabilmente advaitico nella sua tendenza. [107] Negli stessi passaggi, la Bhagavata include una menzione di Bhagavan come oggetto di concentrazione, presentando così il sentiero Bhakti dai tre principali percorsi della spiritualità indù discussi nella Bhagavad Gita. [107][108]
La teologia nella Bhagavad Gita discute sia il senziente che il non senziente, il Sé e la questione dell'esistenza. Immagina l'universo come il corpo di Vishnu (Krishna), affermano Harold Coward e Daniel Maguire. La teologia di Vishnu nella Gita pervade tutti i Sé, tutta la materia e il tempo. [109] Nella sotto-tradizione sri-vaishnavismo, Vishnu e Sri (dea Lakshmi) sono descritti come inseparabili, che pervadono tutto insieme. Entrambi insieme sono i creatori, che pervadono e trascendono anche la loro creazione. [109]
Il Bhagavata Purana, in molti passaggi, è parallelo alle idee di Nirguna Brahman e alla non-dualità di Adi Shankara. [106] Ad esempio:
Lo scopo della vita è un'indagine sulla Verità, e non il desiderio di godimento in cielo eseguendo riti religiosi,
Coloro che possiedono la conoscenza della Verità, chiamano la conoscenza della non-dualità come la Verità,
Si chiama Brahman, il Sé Supremo e Bhagavan.
https://rumble.com/vrq0ae-l-advaita-vedanta-spiegato-semplicemente-che-cos-la-non-dualit.html?mref=rljsx&mc=e5yiv
— Sūta, Bhagavata Purana 1.2.10-11, tradotto da Daniel Sheridan[110]
Gli studiosi descrivono la teologia Vaishnava come costruita sulla base di speculazioni non dualistiche nelle Upanishad, e la definiscono come "Teismo Advaitico". [106][111] Il Bhagavata Purana suggerisce che Vishnu e il Sé (Atman) in tutti gli esseri sono uno. [105] Bryant afferma che il monismo discusso nel Bhagavata Purana è certamente costruito sulle fondamenta del Vedanta, ma non esattamente lo stesso del monismo di Adi Shankara. [112] La Bhagavata afferma, secondo Bryant, che l'universo empirico e quello spirituale sono entrambe realtà metafisiche, e manifestazioni della stessa Unità, proprio come il calore e la luce sono manifestazioni "reali ma diverse" della luce solare. [112]
Nella tradizione Bhakti del Vaishnavismo, a Vishnu sono attribuite numerose qualità come onniscienza, energia, forza, signoria, vigore e splendore. [113] La tradizione Vaishnava iniziata da Madhvacharya considera Vishnu nella forma di Krishna come il creatore supremo, il Dio personale, onnipervadente, tutto divoratore, uno la cui conoscenza e grazia portano a "moksha". [114] Nella teologia di Madhvacharya Vaishnava, il Supremo Vishnu e il Sé degli esseri viventi sono due realtà e natura diverse (dualismo), mentre nello Sri Vaishnavismo di Ramanuja, sono diversi ma condividono la stessa natura essenziale (non-dualismo qualificato). [115][116][117]
Relazioni con le divinità
Leone
Articolo principale: Lakshmi
Vishnu con Lakshmi (Laxminarayan).
Lakshmi, la dea indù della ricchezza, della fortuna e della prosperità (sia materiale che spirituale), è la moglie e l'energia attiva di Vishnu. [118][119] È anche chiamata Sri. [120][121] Quando Vishnu si incarnò sulla Terra come gli avatar Rama e Krishna, Lakshmi si incarnò come le sue rispettive consorti: Sita (moglie di Rama) e Rukmini (moglie di Krishna). [122] Varie credenze regionali considerano Lakshmi manifestata come varie dee, che sono considerate le mogli di Vishnu. In molte culture dell'India meridionale, Lakshmi è visto in due forme: Shridevi e Bhudevi. A Tirupati, Venkateshwara (identificato come un avatar di Vishnu) è raffigurato con le consorti Lakshmi e Padmavathi. [123]
Garuda
Articolo principale: Garuda
Il monte di Vishnu (Vahana) è Garuda, l'aquila. Vishnu è comunemente raffigurato mentre cavalca sulle sue spalle. Garuda è anche considerato come Veda su cui Vishnu viaggia. Garuda è un uccello sacro nel Vaishnavismo. In Garuda Purana, Garuda trasporta Vishnu per salvare l'elefante Gajendra. [124][125]
Vishvaksena
Articolo principale: Vishvaksena
Vishvaksena, noto anche come Senadhipathi (entrambi significano "capo dell'esercito"), è il comandante in capo dell'esercito di Vishnu.
Harihara e Harirudra
Harihara-Metà Vishnu e metà Shiva
Articolo principale: Harihara
Shiva e Vishnu sono entrambi visti come l'ultima forma di dio in diverse denominazioni indù. Harihara è un composto di metà Vishnu e metà Shiva, menzionato in letteratura come il Vamana Purana (capitolo 36),[126] e in opere d'arte trovate dalla metà del 1 ° millennio dC, come nella grotta 1 e nella grotta 3 dei templi rupestri Badami del 6 ° secolo. [127][128] Un'altra forma metà Vishnu metà Shiva, che è anche chiamata Harirudra, è menzionata nel Mahabharata. [129]
Oltre l'induismo
Sikhismo
Vishnu è indicato come Gorakh nelle scritture del Sikhismo. [130] Ad esempio, nel versetto 5 di Japji Sahib, il Guru ('maestro') è lodato come colui che dà la parola e mostra la saggezza, e attraverso il quale si acquisisce la consapevolezza dell'immanenza. Guru Nanak, secondo Shackle and Mandair (2013), insegna che i Guru sono "Shiva (isar), Vishnu (gorakh), Brahma (barma) e madre Parvati (parbati)", ma colui che è tutto e vero non può essere descritto. [131]
Il Chaubis Avtar elenca i 24 avatar di Vishnu, tra cui Krishna, Rama e Buddha. Allo stesso modo, il Dasam Granth include la mitologia di Vishnu che rispecchia quella trovata nella tradizione Vaishnav. [132] Quest'ultimo è di particolare importanza per i Sikh Sanatan, tra cui Udasis, Nirmalas, Nanakpanthis, Sahajdhari e Keshdhari/Khalsa sette del Sikhismo; tuttavia, i Khalsa Sikh non sono d'accordo con i Sikh Sanatan. [132][133] Secondo gli scrittori Sikh Sanatan, i Guru del Sikhismo erano avatar di Vishnu, perché i Guru portarono luce nell'era delle tenebre e salvarono le persone in un periodo di malvagia persecuzione dell'era Mughal. [134][135][136]
Buddismo
Uthpalawarna Vishnu Devalaya a Devinuwara, Matara, Sri Lanka.
Mentre alcuni indù considerano Buddha come un'incarnazione di Vishnu, i buddisti in Sri Lanka venerano Vishnu come divinità custode dello Sri Lanka e protettore del buddismo. [137]
Vishnu è anche conosciuto come Upulvan o Upalavarṇā, che significa 'Colore Loto Blu'. Alcuni postulano che Uthpala varna fosse una divinità locale che in seguito si fuse con Vishnu, mentre un'altra credenza è che Utpalavarṇā fosse una delle prime forme di Vishnu prima che diventasse una divinità suprema nell'induismo puranico. Secondo le cronache di Mahāvaṃsa, Cūḷavaṃsa e il folklore dello Sri Lanka, Buddha stesso consegnò la custodia a Vishnu. Altri credono che Buddha affidò questo compito a Sakra (Indra), che delegò questo compito di custodia a Vishnu. [138] Molti santuari buddisti e indù sono dedicati a Vishnu nello Sri Lanka. Oltre a specifici Vishnu Kovils o Devalayas, tutti i templi buddisti ospitano necessariamente stanze del santuario (Devalayas) più vicine al principale santuario buddista dedicato a Vishnu. [139]
John Holt afferma che Vishnu era uno dei numerosi dei e dee indù che furono integrati nella cultura religiosa buddista singalese, come i templi buddisti Lankatilaka e Gadaladeniya del 14 ° e 15 ° secolo. [140] Afferma che la tradizione singalese medievale incoraggiava il culto di Visnu (puja) come parte del buddismo Theravada proprio come la tradizione indù incorporava il Buddha come avatar di Vishnu, ma i monaci Theravada contemporanei stanno tentando di eliminare la pratica del culto di Vishnu dai templi buddisti. [141] Secondo Holt, la venerazione di Vishnu nello Sri Lanka è la prova di una notevole capacità, nel corso di molti secoli, di ribadire e reinventare la cultura come altre etnie sono state assorbite nella propria. Sebbene il culto di Vishnu a Ceylon sia stato formalmente approvato dai re di Kandyan nei primi anni del 1700, Holt afferma che le immagini e i santuari di Vishnu sono tra le rovine cospicue nella capitale medievale Polonnaruwa.
L'iconografia di Vishnu come statue e incisioni è stata trovata in siti archeologici del sud-est asiatico, ora prevalentemente della tradizione buddista Theravada. In Thailandia, ad esempio, statue di Vishnu a quattro braccia sono state trovate nelle province vicino alla Malesia e datate dal 4 ° al 9 ° secolo, e questo rispecchia quelle trovate nell'antica India. [142] Allo stesso modo, le statue di Vishnu sono state scoperte dal 6 ° all'8 ° secolo nella provincia orientale di Prachinburi e nella provincia centrale di Phetchabun della Thailandia e nella provincia meridionale di Đồng Tháp e nella provincia di An Giang del Vietnam. [143] Statue di Krishna datate all'inizio del 7 ° secolo al 9 ° secolo sono state scoperte nella provincia di Takéo e in altre province della Cambogia. [144]
Studi archeologici hanno scoperto statue di Vishnu sulle isole dell'Indonesia, e queste sono state datate al 5 ° secolo e successivamente. [145] Oltre alle statue, iscrizioni e sculture di Vishnu, come quelle relative ai "tre passi di Vishnu" (Trivikrama) sono state trovate in molte parti del sud-est asiatico buddista. [146] In alcune iconografie, il simbolismo di Surya, Vishnu e Buddha è fuso. [147]
Nel pantheon buddista giapponese, Vishnu è conosciuto come Bichū-ten (毘紐天), e appare in testi giapponesi come le composizioni del 13 ° secolo di Nichiren. [148]
Nella scienza
4034 Vishnu è un asteroide della fascia principale. [149] Le rocce di Vishnu sono un tipo di sedimento vulcanico trovato nel Grand Canyon, Arizona, USA. Di conseguenza, le formazioni di massa sono conosciute come templi di Vishnu. [150]
Al di fuori del subcontinente indiano
Indonesia
Vishnu wayang (burattini) figure
In Indonesia, Vishnu o Wisnu (ortografia indonesiana) è una figura ben nota nel mondo del wayang (burattini indonesiani), Wisnu è spesso indicato come il titolo Sanghyang Batara Wisnu. Wisnu è il dio della giustizia o del benessere, wisnu era il quinto figlio di Batara Guru e Batari Uma. Egli è il figlio più potente di tutti i figli di Batara Guru.
Wisnu è descritto come un dio che ha la pelle nera bluastra o blu scuro, ha quattro braccia, ognuna delle quali tiene un'arma, vale a dire una mazza, un loto, una tromba e un Cakra. Può anche fare tiwikrama, diventare un gigante infinitamente grande.
Secondo la mitologia giavanese, Wisnu scese per la prima volta nel mondo e divenne un re con il titolo di Srimaharaja Suman. Il paese si chiama Medangpura, situato nell'attuale regione di Giava centrale. Poi cambiò il suo nome in Sri Maharaja Matsyapati. Inoltre, secondo la versione giavanese delle marionette wayang, Batara Wisnu incarna anche Srimaharaja Kanwa, Resi Wisnungkara, Prabu Arjunasasrabahu, Sri Ramawijaya, Sri Batara Kresna, Prabu Airlangga, Prabu Jayabaya, Prabu Anglingdarma.
Nella mitologia giavanese, Wisnu si incarnò anche come matswa (pesce) per uccidere il gigante Hargragiwa che rubò i Veda. Diventa Narasingha (umano con una testa di tigre) per distruggere il re Hiranyakashipu. Una volta intendeva diventare un Wimana (nano) per sconfiggere Ditya Bali. Anche Batara Wisnu si incarnò a Ramaparasu per distruggere gandarwa. Menitis in Arjunasasra / Arjunawijaya per sconfiggere il re Rahwana. L'ultimo era che il re Krishna diventasse il grande Pandavas parampara o consigliere per sbarazzarsi dell'avidità e del male commessi dai Kaurava.
Sang Hyang Wisnu ha una cavalcatura sotto forma di un garuda gigante di nome Bhirawan. A causa del suo affetto per il garuda che cavalcava, Bhirawan fu poi adottato come genero, sposato con una delle sue figlie di nome Dewi Kastapi. [151]
Templi
Il Tempio di Angkor Wat fu costruito come dedica a Vishnu.
Aswin (sanscrito: अश्विन, latino: aśvin, pronunciato: As-win) o qualsiasi altro nome è Aswini Kumara, Ashvinau, Nasatya, Dasra è una divinità gemella nelle credenze religiose indù. Aswin è anche conosciuto come il dio della medicina e della salute. Entrambi erano chiamati "dottori degli Dei". Aswini è il figlio del Signore Surya e della Dea Saranya. [1]
Sono due fratelli amichevoli, che amano aiutare. Sono raffigurati come cavalieri che portano prosperità all'uomo e curano tutte le malattie e le disgrazie.
Sono anche divinità menzionate nei Rg-Veda, con 57 versetti che li lodano. Sono anche chiamati Nāsatya (na significa no, non + asatya significa menzogna, quindi Nāsatya significa "non una bugia" o uguale a "verità").
https://id.wikipedia.org/wiki/Aswin
Gli Ashvin (sanscrito: अश्विन्, romanizzato: Aśvin, lett. 'possessori di cavalli'), noti anche come Ashwini Kumara e Asvinau,[3] sono divinità gemelle indù associate alla medicina, alla salute, all'alba e alle scienze. [4] Nel Rigveda, sono descritti come giovani cavalieri gemelli divini, che viaggiano su un carro trainato da cavalli che non sono mai stanchi, e ritratti come divinità guardiane che salvaguardano e salvano le persone aiutandole in varie situazioni.
Ci sono vari resoconti, ma Ashvins sono generalmente menzionati come i figli del dio del sole Surya e di sua moglie Sanjna. La dea indù dell'alba Ushas è considerata la loro consorte comune. Nell'epico Mahabharata, i gemelli Pandava Nakula e Sahadeva erano i figli spirituali degli Ashvin e le loro mogli Karenumati e Vijaya sono considerate parte di Devi Ushas.
https://en.wikipedia.org/wiki/Ashvins
Nel Rigveda, gli Aśvin sono sempre indicati come coppia, senza nomi individuali
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