BALCANI, UNA MICCIA CHE NON SI SPEGNE | Fulvio Grimaldi in MONDOCANE, Storie dal pianeta

2 years ago
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Questo è un viaggio in Serbia in una nuova fase del mai finito contenzioso tra parti di una regione che, fin dai tempi del confronto tra Europa cristiana e mondo islamico e ottomano, si è trovata a essere presidio di frontiera.
Di molti scontri epocali la miccia si è accesa in questa regione. Dopo le guerre di Jugoslavia, Kosovo e Serbia, nell’ultima decade del secolo scorso, e dopo una successiva pace molto tormentata, è di queste settimane il ritorno di tensioni, in particolare tra serbi e musulmani bosniaci, nel protettorato europeo che è la tripartita formazione statale della Bosnia Erzegovina, sorta dagli accordi di Dayton.
Torniamo nella Serbia che non ha superato il trauma dei bombardamenti del 1999 e la vediamo correre ai ripari da eventuali nuove tragedie, stringendo rapporti molto stretti con Russia e Cina. La figura del campione di tennis Novak Djokovic, espulso dall’Australia per non essersi vaccinato, pur guarito dal Covid, ha assunto per i serbi, nel nuovo contesto della guerra fredda, il ruolo di un simbolo.
L’arco della crisi scende così dall’Est europeo ai Balcani, con al centro una Serbia esclusa dall'Unione Europea e, unico paese, che non aderisce alla NATO.

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