Tutto apparecchiato per una "epidemia di non-vaccinati"

3 years ago
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La cosiddetta "epidemia dei non vaccinati" ha già contagiato i principali organi di informazione occidentali. L'espressione, nata negli Stati Uniti e ripetuta ossessivamente dall’Amministrazione Biden, è stata sdoganata anche in Europa e viene ripetuta come un mantra da giornali e televisioni. Il risultato è quello di far ricadere la responsabilità della crisi sanitaria su chi ha scelto di rifiutare l'iniezione. Una narrazione che, a stretto giro di posta, potrebbe addirittura essere rafforzata dai dati riguardanti i nuovi contagi. L'impianto normativo su cui si regge il green pass, infatti, obbligherà i non vaccinati a farsi un tampone ogni due o tre giorni per poter continuare a lavorare. Detto in altri termini, coloro che hanno scelto di non farsi inoculare il siero sperimentale saranno continuamente sotto la lente di ingrandimento dei test PCR. I vaccinati, invece, pur potendo contagiare, non avranno bisogno di sottoporsi a continui tamponi per poter vivere. Forti di un green pass a lungo termine, i cosiddetti "immunizzati" ricorreranno ai test PCR solo se dovessero sviluppare sintomi compatibili col Covid-19.
Il risultato prevedibile è che, a partire dal 15 ottobre, si registrerà un boom di richieste di tamponi, e la maggior parte dei nuovi casi sarà attribuita alle persone non vaccinate, dato che solo queste saranno tenute a dimostrare in continuazione la propria negatività al virus. Gli unici asintomatici a gonfiare le statistiche saranno quindi quelli che hanno rifiutato l'iniezione. Il regime sanitario potrà allora usare questi numeri per agitare il fantasma della "epidemia dei no-vax" e far salire ulteriormente la pressione sociale contro chi sta lottando per non sottoporsi a un trattamento sanitario sperimentale.

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