Mons. Viganò: Da Scienza a Scientismo 31 agosto 2021

3 years ago
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2 Dalla scienza allo scientismo
L’arte medica – che non è scienza, ma applicazione di principi scientifici a casi ogni volta diversi, su base esperienziale e sperimentale – sembra aver rinunciato alla propria prudenza, in nome di un’emergenza che l’ha fatta assurgere a sacerdozio di una religione – la scienza, appunto – che per essere tale si è ammantata di un dogmatismo al limite della superstizione. I ministri di questo culto si sono costituiti come casta di intoccabili, esenti da ogni critica anche quando le loro affermazioni vengono smentite dall’evidenza dei fatti. I principi della medicina, ritenuti universalmente validi fino a Febbraio 2020, hanno ceduto all’improvvisazione, al punto da sentirci raccomandare la vaccinazione in piena pandemia, l’obbligo di mascherine dichiarate però inutili, il ricorso a distanziamenti cervellotici, la proibizione di cure con farmaci efficaci e l’imposizione di terapie geniche sperimentali in deroga ai normali protocolli di sicurezza. E come vi sono nuovi sacerdoti del Covid, così vi sono anche nuovi eretici, ossia coloro che rifiutano la nuova religione pandemica e vogliono rimanere fedeli al Giuramento di Ippocrate. Non di rado l’aura di infallibilità che circonda virologi ed altri scienziati più o meno titolati non pare messa in discussione dai loro conflitti di interesse né dalle cospicue prebende delle case farmaceutiche: la qual cosa, in condizioni normali sarebbe scandalosa e criminale.
Ciò che molti non riescono a comprendere è la incongruenza tra gli scopi dichiarati e i mezzi che di volta in volta vengono adottati per ottenerli. Se in Svezia l’assenza di lockdown e di mascherine non ha comportato contagi superiori a quelli dei paesi in cui si sono confinate le persone a casa o dove si sono fatte mettere le mascherine anche nelle scuole primarie, questo elemento non viene considerato come prova dell’inefficacia dei provvedimenti. Se in Israele o in Gran Bretagna la vaccinazione di massa ha incrementato i contagi e li ha resi più virulenti, il loro esempio non induce i governanti di altri paesi ad essere prudenti nella campagna vaccinale, ma anzi li spinge a valutare l’obbligatorietà della somministrazione. Se l’ivermectina o il plasma iperimmune si dimostrano cure valide, ciò non basta ad autorizzarle e men che meno a raccomandarle. E chi si domanda il motivo di tale sconcertante irrazionalità finisce per astenersi dal giudizio, riponendo una sorta di adesione fideistica nei pronunciamenti dei sacerdoti del Covid, o viceversa considerando i medici come degli inaffidabili stregoni.

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