La Rana bollita: quando è il momento ricordati di saltare (Luca Mazzucchelli)
"Una rana salta per caso dentro una pentola d’acqua appena messa su un fornello. Il fuoco sotto la pentola è a fiamma bassa, e pertanto la rana nuota all’interno della pentola in maniera tranquilla, trovando un ambiente confortevole e pulito. Ma l'acqua si riscalda pian piano e presto la temperatura diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole, e quando la temperatura sale ulteriormente, l'acqua è calda: un po’ più di quanto la rana non apprezzi. La rana si scalda un po’, tuttavia non si spaventa.
Ma con il passare del tempo la fiamma scalda sempre di più l’acqua e adesso è davvero troppo calda: la rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, e non ha più la forza di reagire e dunque… non fa più nulla per salvarsi ma sopporta. Sopporta fino a quando la temperatura sale ancora e, semplicemente, finisce morta bollita.
È questo il principio della rana bollita, che ci ricorda che quando un cambiamento si realizza in maniera sufficientemente lenta e graduale, allora sfugge alla coscienza e non suscita nessuna reazione, nessuna opposizione.
Il paradosso di questa storia, al contrario, è che se l'acqua fosse stata già calda o bollente all’inizio, la rana non ci si sarebbe mai immersa, avrebbe dato un forte colpo di zampa per salvarsi. O almeno ci avrebbe provato.
Ora, riflettiamoci un attimo: chi ha ucciso la rana? L’acqua bollente? Il tipo che ha acceso il fuoco?
No. la colpa è dell’incapacità della rana di decidere quando saltare. Sono il cedere all’abitudine e alla pigrizia che hanno portato la rana a svegliarsi troppo tardi. E come questa rana, anche noi troppe volte ci rassegniamo, ci abituiamo alle cose che ci circondano e che non vanno bene: notizie drammatiche, relazioni impari, difficoltà della vita, abusi ripetuti, strette economiche, etc.
Sì: magari all’inizio protestiamo, ci agitiamo, ma alla fine, come la rana, ci abituiamo. Ora: non voglio dire che adeguarsi e adattarsi sia sempre la scelta sbagliata, ci mancherebbe. Ma dobbiamo tenere a mente che abbiamo un’alternativa al permettere alle situazioni e alle persone di bollirci emotivamente, fisicamente, spiritualmente o mentalmente. Una alternativa che richiede però un certo sforzo, magari inizialmente non del tutto naturale, ma utile e necessario se vogliamo pensare al nostro benessere a lungo termine.
Saltare fuori dalla pentola, inizialmente, ci spiace. Perché tutto sommato non si sta malissimo e lo sforzo del salto richiede troppe energie mentali.
La storia della rana ci insegna che le cose che ci fanno male, talvolta, ci incastrano gradualmente senza che ce ne accorgiamo. Dobbiamo invece essere vigili, pensare agli effetti a lungo termine delle nostre scelte, e quando è il momento… saltare. Prima che sia troppo tardi."
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