IL PD, OVVERO L'ETERNO RITORNO DELL'UGUALE – Dario Corallo

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09/03/2021
Abbiamo sentito Dario Corallo, voce eretica all'interno del Partito Democratico, a seguito delle improvvise dimissioni del segretario Nicola Zingaretti, il quale, nel suo messaggio di addio al ruolo di massimo dirigente del suo partito, ha scritto: “mi vergogno che nel partito di cui sono segretario, da venti giorni si parla solo di poltrone e primarie”.

Tuttavia, Corallo, che aveva concorso alle scorse primarie come candidato alla segreteria, non è rimasto sorpreso dalle dimissioni di Zingaretti. “Io avevo previsto le dimissioni di Zingaretti già due anni fa, perché il PD è un partito strutturalmente pensato in questo modo. Lo statuto fu pensato per regolare i rapporti tra le correnti degli ex DS ed ex Margherita, in modo che si mantenesse un equilibrio tra loro. Poi le due correnti iniziarono a frantumarsi e quello statuto, che originariamente serviva a regolare i rapporti di forza tra due blocchi, ha finito per regolare i rapporti tra tantissimi piccoli blocchetti, le famose correnti, che però non hanno sostanzialmente nessuna differenza di linea politica”.

Corallo ha poi allargato l'orizzonte del ragionamento sulla crisi di identità della sinistra, a seguito della caduta del Muro di Berlino, nel 1989. Da quel momento la sinistra ha tentato di mitigare gli effetti del Capitalismo, ma nel tempo ha ceduto sempre più terreno.

“Per anni la sinistra ha trattato il proprietario della pizzeria che aveva 5 dipendenti e Agnelli allo stesso modo. Oggi invece vediamo che il proprietario della pizzeria, non è meno in conflitto con Agnelli di quanto lo sia il lavoratore. Perché si oggi creato un nuovo scontro tra il piccolo capitale, che in realtà rappresenta un sostentamento per i lavoratori, e l'enorme capitale, che ha raggiunto dimensioni talmente grandi che si fa addirittura fatica a immaginarle”.

A Corallo abbiamo chiesto infine se il nuovo segretario potrebbe far saltare l'accordo tra ciò che rimane del Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. “Il convitato di pietra di questa discussione è l'avvenuto dimezzamento del numero dei parlamentari, quindi l'interesse è quello di accorpare il maggior numero di liste possibili. La cosa che fa sorridere è che quando due anni fa ci fu il congresso, tutti i candidati alla segreteria dissero «mai con i 5stelle», mentre io ero l'unico a favore di un'apertura mentre oggi tutti si sperticano a favore dell'alleanza”.

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