Bologna - CARCERE. GIOVANI A DOZZA BOLOGNA, CELLI (ANM): TRA ERRORI PIÙ GRANDI (06.03.25)

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Bologna - CARCERE. GIOVANI A DOZZA BOLOGNA, CELLI (ANM): TRA ERRORI PIÙ GRANDI
Bologna, 6 mar. - Il trasferimento nel carcere di Bologna di decine di detenuti giovani adulti dagli Istituti penali minorili di tutta Italia? "Uno degli errori più grandi", afferma Stefano Celli, vicesegretario generale dell'Associazione nazionale magistrati (Anm), parlando con la 'Dire' oggi a margine di un convegno promosso da Magistratura democratica. "L'esecuzione della pena, come dicono la legge, la Corte costituzionale e la Cassazione, è una questione eminentemente amministrativa. Le competenze della magistratura sono abbastanza occasionali, certo che il fatto di vivere a contatto con queste persone, soprattutto per quanto riguarda la magistratura di sorveglianza per quelli che sono in esecuzione della pena- afferma Celli- rende naturalmente sensibili e io penso che uno degli errori più grandi sia quello di trasferire e confondere la detenzione per i maggiorenni che però stanno scontando una pena per un reato da minorenni, che quindi sono appena diventati maggiorenni, con il carcere dei maggiorenni". In Italia "abbiamo un sistema di detenzione minorile che ci viene invidiato e imitato in tutta Europa, è uno dei più avanzati. Così come il processo minorile, così come tutta la struttura del Tribunale per i minorenni, che per carità è sicuramente perfettibile- continua Celli- però è davvero un unicum nel panorama europeo". Basti pensare che "ci sono Stati anche europei che mandano in carcere con pene anche altissime, di 20 o 30 anni, ragazzini di 14 anni. Ecco da noi per fortuna questa cosa non accade- prosegue il magistrato- e ricordo a me stesso che non accade perchè lo ha deciso il Codice Rocco, non un buonista dell'ultima ora". Per il provvedimento che riguarda il carcere bolognese, dunque, "noi siamo preoccupati. Certo nel piano degli investimenti per le strutture- conclude Celli- si potrebbe pensare anche a valorizzare le strutture per minorenni già esistenti per far sì che siano capienti e anche in questo caso, a maggior ragione, potenziare le forme di detenzione alternativa". (06.03.25)

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