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GUERRA ALLA PACE
Trasmissione del 24 febbraio 2025
"Esta Guerra No Termina En Ucrania. Il titolo del nuovo libro di Raúl Sánchez Cedillo suona senz’altro come una prospettiva cupa sulle ricadute internazionali della guerra russa.
Il cofondatore di Podemos, Pablo Iglesias, che ha definito Sánchez Cedillo «uno dei più importanti analisti politici in Spagna», lo ha intervistato sul libro, sul significato del «regime di guerra» e sul motivo per cui la sinistra fatica a reagire in questa fase.
È già da tempo che il sistema mondiale capitalista è entrato in quella che Giovanni Arrighi e Beverly Silver hanno definito una fase di caos sistemico. Dal loro punto di vista, questa trasformazione è stata messa in moto dal progressivo declino dell’egemonia statunitense dopo il 1945, un declino che non implica in alcun modo una perdita effettiva della posizione egemonica. Gli Stati uniti hanno il più grande disavanzo delle partite correnti del mondo. Dagli anni Ottanta hanno subito un crollo non solo della produzione industriale (manifattura), ma anche dello sviluppo umano, misurato dagli indicatori globali.
Allo stesso tempo, rimangono la più grande potenza militare del mondo senza paragoni. Gli Stati uniti gestiscono 750 basi militari in circa ottanta paesi. Determinano lo sviluppo dell’umanità attraverso il dominio del dollaro come valuta commerciale e di riserva più importante del mondo, e attraverso i ruoli che la Federal Reserve americana e Wall Street possono svolgere come i maggiori destinatari di avanzi delle partite correnti dei grandi paesi esportatori. Quando consideriamo queste realtà, diventa chiaro che l’esistenza degli Stati uniti come stato-nazione dipende in ultima analisi dal mantenimento di questa egemonia a tutti i costi.
Come se ciò non bastasse a causare il caos sistemico, dobbiamo anche considerare le turbolenze intorno al «picco del petrolio» e la caduta della redditività dell’estrattivismo energetico. Da un lato, è sempre più evidente che le risorse critiche, tra cui energia, cibo e materie prime, sono limitate. D’altra parte, lo spirito del capitalismo contemporaneo è modellato dal rifiuto psicopatico di questo fatto, incarnato in personaggi come Elon Musk, Mark Zuckerberg e Jeff Bezos.
D.: Nel libro parli di un «regime di guerra». Cosa significa?
Mi riferisco fondamentalmente al dispiegamento di una divisione amico-nemico nelle operazioni governative, sia nazionali che internazionali. In altre parole, il regime di guerra viene applicato ai rapporti tra partiti e forze politiche, tra governi e lotte politiche e sociali, nei media e nei social network, e nel dominio della libertà di espressione, dei diritti di riunione e di manifestazione politica.
Nelle attività di governo e politiche, questa divisione amico-nemico implica l’elaborazione e la diffusione di narrazioni che accusano un nemico costruito come responsabile dell’aggravarsi della crisi sociale e delle sue conseguenze. Questo «nemico» è persino ritenuto responsabile di dure misure politiche che colpiscono intere popolazioni, che vanno dai tagli di bilancio e la soppressione dei salari alla sospensione degli obiettivi climatici, all’aumento dei finanziamenti militari e persino all’intervento militare.
La risposta militarista dell’Ue all’invasione russa dell’Ucraina ha ridotto quasi a zero la probabilità di un vero percorso riformista nell’Ue. Al contrario, possiamo osservare un processo di federalizzazione fiscale, economica, militare e diplomatica [ad esempio rafforzare l’integrazione] nell’Ue. Ciò non cambia la struttura del potere finanziario e corporativo. Piuttosto, utilizza la Commissione europea per coordinare quel potere in modo centralizzato contro le tendenze centrifughe scatenate da una nuova ondata di austerità, essa stessa conseguenza dell’aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve e della Banca centrale europea. Quest’ultima può essere intesa solo come una mossa oligarchica per porre fine a tutte le follie post-neoliberiste e socialiste che hanno preso forza nella depressione post-pandemia e con la necessità di decarbonizzazione.
Lo sfondo di questo regime di guerra emergente è un capitalismo planetario i cui governanti guardano ora ai limiti della terra e della sua biosfera, un capitalismo pronto a intensificare ulteriormente l’austerità fiscale, con risultati che renderanno la vita difficile da sopportare per la maggior parte degli esseri umani. In questo contesto, la guerra si presenta ancora una volta come soluzione di contraddizioni sociali e politiche, come mezzo per imporre «l’ordine» sia all’interno che all’esterno."
(Estratto da: Jacobin Italia, 23.03.23, P. Iglesias, R. Sánchez Cedillo)
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