GDF MACERATA: SCOPERTA INDUSTRIA DEL FALSO (14.02.25)

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GDF MACERATA: SCOPERTA INDUSTRIA DEL FALSO. SEQUESTRATI IN VARIE REGIONI D’ITALIA DUE IMMOBILI, SVARIATI MACCHINARI, CIRCA 170.000 ARTICOLI RIPORTANTI MARCHI ABILMENTE CONTRAFFATTI, CLICHÈ PER LA RIPRODUZIONE DI NOTI MARCHI DI ALTA MODA E 100 METRI QUADRATI DI TESSUTO CONTRAFFATTI
I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Macerata, all’esito di complesse indagini, dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica di Macerata, hanno concluso un’importante operazione di contrasto alla contraffazione che ha consentito di ricostruire un’intera filiera produttiva del falso, ponendo termine all’illecita produzione e commercializzazione di capi di abbigliamento, recanti i loghi di importanti brand a livello mondiale (“Ralph Lauren”, “Fred Perry”, “Phillip Plein”, “Dolce e Gabbana”, “DSquared2”, “Gucci”, “Givenchy”, “Emporio Armani”, “Moschino”, “The North Face”, “Stone Island”, “Lacoste”, “MSGN”, “Fendi”, “Burberry”, “Louis Vuitton”, “Moncler”, “Kenzo”, “Prada”, “Tommy Hilfiger”) abilmente contraffatti, che se immessi sul mercato avrebbero fruttato ricavi per oltre 1 milione di euro.

Il servizio ha tratto origine da un controllo di routine, eseguito presso un outlet della moda in provincia di Macerata dove i militari del Nucleo hanno rinvenuto migliaia di capi di abbigliamento recanti il marchio contraffatto di note maisons ed altri che, dai preliminari accertamenti eseguiti, risultavano abilmente contraffatti. L’attività di indagine è stata subito focalizzata sull’individuazione degli ulteriori soggetti coinvolti nonché dei locali potenzialmente utilizzati per la produzione e lo stoccaggio dei prodotti illeciti.

La consultazione delle banche dati in uso al Corpo, lo svolgimento di indagini tecniche, lo studio dei tabulati telefonici, l’analisi “Digital Forensics” eseguita sui dispositivi smartphone in uso agli indagati, la disamina di documentazione fiscale ed extracontabile, l’esame delle spedizioni eseguite sia all’interno del territorio nazionale che in quello estero consentivano l’acquisizione di inconfutabili elementi di prova in ordine ai rapporti commerciali in essere tra le imprese e le persone coinvolte.

Pertanto, con l’obiettivo di disarticolare la catena logistica, organizzativa e strutturale della filiera illecita e l’irregolare commercializzazione di ulteriori prodotti contraffatti, le fiamme gialle maceratesi, con il supporto di altri Reparti del Corpo territorialmente competenti, hanno eseguito n. 26 perquisizioni in sei regioni italiane, a seguito di decreti emessi dalla Procura della Repubblica di Macerata.

Tale attività si è rivelata fondamentale per documentare le modalità illecite di produzione e confezionamento dei capi di abbigliamento contraffatti, che una volta ultimati venivano spediti mediante i corrieri e posti in vendita sugli scaffali di insospettabili negozi di abbigliamento, dislocati in diverse regioni italiane, e venduti ad ignari clienti finali che pagavano per tali prodotti, spacciati per “prodotti outlet” o “provenienti da stock”, un prezzo leggermente inferiore a quello ufficiale di vendita, stabilito dalle case di moda.

I Finanzieri del Nucleo di Macerata hanno, dunque, scoperto una vera e propria unità produttiva, “parallela” a quella ufficiale, che era in possesso di tutti i macchinari e materiali necessari nelle diverse fasi del ciclo produttivo dei capi contraffatti.

Infatti, durante le perquisizioni effettuate dai militari operanti sono stati rinvenuti anche macchinari industriali utilizzati per la stiratura, la cucitura delle etichette e la realizzazione di ricami, presse, etichette raffiguranti i loghi di marchi prestigiosi, prodotti semilavorati riportanti i loghi commerciali di diversi marchi di lusso e capi di abbigliamento finiti (recanti sia i loghi che le etichette contraffatte), confezionati e pronti per l’immissione nella grande distribuzione.

Le attività svolte nel complesso hanno permesso di:

porre sotto sequestro circa 170.000 articoli tra capi d’abbigliamento, accessori e packaging recanti noti marchi contraffatti, n. 15 cliché per la riproduzione di noti marchi di alta moda, n. 2 immobili adibiti ad opifici, n. 22 macchinari industriali adibiti alla stiratura, cucitura delle etichette, realizzazione di ricami di marchi nonché presse impiegate per imprimerli sugli articoli, etichette raffiguranti loghi di marchi prestigiosi oltre a strumenti utili per l’applicazione di bottoni, 100 metri quadrati di tessuto contraffatto, n. 2 autovetture, n. 3 telefoni cellulari;
iscrivere nel registro degli indagati, a vario titolo, n. 17 persone per i reati di contraffazione e ricettazione;
deferire n. 7 persone giuridiche per “responsabilità amministrativa dell’ente”.
Ad ogni buon conto, si rappresenta che per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagini in relazione alla vicenda, sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.

L’attività svolta e i risultati conseguiti valorizzano l’alto livello di attenzione che pone la Guardia di Finanza riguardo a fenomeni di illegalità e di concorrenza sleale, ponendosi a tutela dell’imprenditore onesto e delle aziende che continuano ad operare nel rispetto delle regole. Contrastare efficacemente la contraffazione vuol dire anche salvaguardare il tessuto produttivo italiano esposto agli effetti dannosi del fenomeno, contribuendo a creare le condizioni per rafforzare la competitività delle aziende italiane a livello internazionale. (14.02.25)

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