Bologna - FOIBE. "IO CRESCIUTA DA ESULE IN EX CAMPO FOSSOLI", LA MOSTRA (10.02.25)

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Bologna, 10 feb. - L'esodo giuliano-dalmata raccontato dalla voce dei protagonisti, dagli italiani che lasciarono l'Istria per approdare al Villaggio San Marco di Fossoli, in quello che era stato un campo di prigionia nazi-fascista, o che si dispersero in varie parti d'Italia, e da chi invece decise di rimanere nella ex Jugoslavia. L'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna celebra il Giorno del Ricordo con "Italiani d'Istria. Chi partì e chi rimase", mostra fotografica della carpigiana Lucia Castelli, che proprio a Fossoli, divenuto Villaggio San Marco, ha trascorso l'infanzia. "Io sono figlia di esuli istriani e nel 2011, quando ci sono stati i festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia, ho sentito una nota stonata dentro di me, perché quell'Italia lì non comprendeva le terre dove sono nati i miei genitori. È stato quello il momento in cui ho deciso che volevo fare conoscere la nostra storia". Qui Castelli è nata e ha trascorso i primi sette anni della sua vita, dopo che i suoi genitori vennero via dall'Istria, dove però ha mantenuto parenti e conoscenti. Nel 2014 ha deciso di raccontare la sua comunità, raccogliendo le storie orali e i ritratti fotografici di oltre 50 "Italiani d'Istria" che oggi vivono in Italia fra Bologna, Firenze, Modena e Trieste, ma pure di alcuni che decisero di rimanere, faticosamente, nella terra d'origine. La mostra è composta da 60 pannelli che raccontano altrettante storie di donne e di uomini, e divisa in tre sezioni: tra chi è ritornato a posare nel villaggio, chi ha deciso di lasciare le proprie terre e che oggi vive in varie località d'Italia, e chi tuttora è rimasto a vivere in Istria, come ad esempio alcuni parenti di Castelli. "Ho contattato le persone che, come me, avevano vissuto il campo di Fossoli, e altri come mio zio che vive tuttora in quella che oggi è la Slovenia", spiega. "Le persone che sono riuscita a riportare al Villaggio San Marco le ho fotografate con un ritratto ambientato all'interno del villaggio stesso, con una loro vecchia fotografia. Per gli altri ho fatto un ritratto decontestualizzato, ma tutti gli interventi dei pannelli sono accompagnati da un breve tratto della intervista che mi hanno rilasciato". Un modo insomma per far conoscere la storia di chi ha vissuto sulla propria pelle la vicenda dell'esodo istriano, che seguì i massacri delle foibe. "Le guerre si fanno per conquistare dei territori le guerre modificano dei confini e c'è sempre qualcuno che alla fine si trova nel territorio sbagliato, in quello che non riconosce più suo. E purtroppo continuiamo a rifare gli stessi errori". Una vicenda ancora poco conosciuta, quella degli esuli dell'Istria, e anche se "dei passi avanti ne sono stati fatti, però se ne parla sempre in modo troppo politicizzato. Si tende sempre a cavalcare l'onda", sottolinea l'autrice, che per il lavoro si è avvalsa dell'etnografo Roberto Roda, "che mi ha aiutato a mantenere un po' le distanze e ho cercato di fare una cosa che non fosse troppo di parte pur essendo coinvolta". La mostra è stata inaugurata questa mattina in viale Aldo Moro 50 a Bologna in occasione del Giorno del Ricordo, dalla stessa Castelli, dal presidente dell'Assemblea legislativa Maurizio Fabbri, dalla presidente della Fondazione Fossoli Manuela Ghizzoni e dalla presidente dell'Anvgd di Bologna Chiara Sirk e dallo storico Gianni Oliva, che poi hanno tenuto un incontro di fronte agli studenti delle scuole medie in aula Fanti. (10.02.25)

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