Bruxelles - SALUTE. MGF, AL PARLAMENTO EUROPEO EVENTO PER 'ROMPERE IL SILENZIO' (06.02.25)

Bruxelles - SALUTE. MGF, AL PARLAMENTO EUROPEO EVENTO PER 'ROMPERE IL SILENZIO'
Bruxelles (Belgio), 6 feb. - La pratica delle mutilazioni genitali come violazione dei diritti umani viene messa sotto i riflettori del Parlamento europeo con un evento dal titolo "Speak Up" nella Giornata Mondiale della Tolleranza Zero contro le mutilazioni genitali femminili (Mgf). Si stima che in Italia siano 87.600 le donne e le bambine con mutilazione genitale e oltre 230 milioni in tutto il mondo. L'incontro è la conclusione del progetto Y-Act, cofinanziato dall'Unione europea, che vede l'organizzazione no profit sanitaria Amref come capofila, l'Associazione Le Rèseau, il Conngi (Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane), l'Università degli studi di Milano Bicocca come partner e la partecipazione di End FGM European Network. Oltre 230 milioni di donne hanno subito questa pratica e 4 milioni di nuove ragazze sono sottoposte ogni anno. Le mutilazioni genitali femminili sono una pratica diffusa in diverse parti del mondo, con una forte presenza in Africa, Asia e in alcune comunità della diaspora in Europa. Regno Unito (137mila), Francia (125mila) e Italia sono i Paesi con il maggior numero di donne e ragazze che hanno subito questa violenza. In Italia, si stima che siano 87.600 le donne che hanno subito le MGF, mentre 7.600 minorenni e 4.600 ragazze sono in pericolo. Cinque sono stati i percorsi su cui Y-Act ha lavorato, per raggiungere un futuro senza Mfg: tradizione, tabù, inconsapevolezza, trauma, sana. Giovani attivisti europei e africani si sono confrontati, parlando di dialogo intergenerazionale, sensibilizzazione, diritto alla salute, alla sicurezza, alla salute sessuale e riproduttiva. Un evento per rompere il silenzio sul tema della mutilazione giovanile perché "la lotta non è di una sola categoria, ma di tutti", ha ricordato l'eurodeputata di Alleanza Verdi e sinistra Cristina Guarda durante il discorso di apertura. "Nessuna religione prescrive l'obbligo di questa pratica, si tratta di un fattore culturale", afferma Jasmine el Shouraky, una delle attiviste che hanno partecipato al progetto. "La cultura utilizza la religione come una scusa per continuare a legittimare queste azioni", ha detto, Marwa Adam Soliman, anche lei dedicata al progetto della rete di 31 giovani attivisti con background migratorio che in un anno ha realizzato oltre 300 azioni tra Roma, Milano Torino e Padova. Oltre 1,500 persone tra cittadini istituzioni e operatori sociali sono stati raggiunti dalle attività di Y-Act. Le mutilazioni genitali fanno parte di "una tradizione di molti paesi dell'Africa. In Sudan colpiscono l'80% delle bambine", ha aggiunto Adam Soliman. "È importantissimo sostenere progetti di questo tipo che vanno a rompere i tabù, entrano nelle case e negli ospedali per formare il personale sanitario e per dar voce alle persone che hanno sofferto questa grandissima violenza", ha detto ancora l'europarlamentare Guarda. Il problema, ha aggiunto l'eurodeputata dei Verdi, richiede attenzione anche per il suo duplice danno. "Una vittima di mutilazioni genitali è colpita due volte anche per la situazione di emarginazione e di abbandono che vive all'interno del proprio contesto abitativo".(06.02.25)