Cagliari - SARDEGNA. RIACCENSIONE INCENERITORE TOSSILO, NERVI TESI NEL M5S (06.02.25)

Cagliari - SARDEGNA. RIACCENSIONE INCENERITORE TOSSILO, NERVI TESI NEL M5S
Cagliari, 6 feb. - Dopo quello romano, un nuovo "caso termovalorizzatore" scuote la galassia del M5s. La grana scoppia in Sardegna, dopo il via libera dalla giunta regionale guidata da Alessandra Todde alla riaccensione dell'impianto di Tossilo, nel Nuorese, fermo dal 2016 (iter comunque già stoppato dalla Provincia di Nuoro, che ha bloccato il collaudo della struttura dopo aver rilevato una ventina di criticità, ndr). Nonostante le rassicurazioni della governatrice pentastellata- "ci sarà sull'impianto un monitoraggio strettissimo"- la decisione dell'esecutivo ha scatenato nei giorni scorsi il fuoco amico di Dario Tamburrano, eurodeputato del M5s, che in un post sui social ha addirittura invitato Todde a dimettersi. "Non possiamo farci ridere addosso in Europa e in Italia perché in Sardegna 'siete diversi' e ve ne andate per la vostra strada- uno dei passaggi di Tamburrano-. Se non avete intenzione di andare tutti a casa dimettendovi, allora fate una scelta: fatevi il vostro nuovo partito indipendentista sardo". In questo modo "nessuno vi verrà a chiedere conto dei target Ue, del burden sharing, dei rigassificatori e riaperture di inceneritori con supercazzole annesse sul monitoraggio ambientale e sanitario. Quelle finora le abbiamo sentite per decenni dagli altri partiti, e ne siamo stufi". A mettere il carico da novanta sulla vicenda è quindi Beppe Grillo sul suo blog, con un commento a corredo di un articolo dell'ex deputato Marco Bella: "Nove anni di fermo, 45 milioni di euro pubblici spesi, 22 lavoratori rimasti senza impiego". E ora, "quando l'inceneritore di Tossilo sta per riaprire, la provincia di Nuoro blocca tutto perché ci sono ben 20 criticità. Un capolavoro- le parole del fondatore del Movimento-. Ma davvero con 45 milioni non si potevano creare molti più posti di lavoro nella raccolta differenziata, nel riuso, nel riciclo?". Perché, prosegue Grillo, "si continua a ripetere la favola che senza inceneritori si è costretti alle discariche, quando l'Unione europea indica chiaramente altre priorità? Una sola pala eolica potrebbe produrre la stessa energia dell'intero impianto di Tossilo, senza le sue 66.000 tonnellate di Co2 e le ceneri tossiche da smaltire". Eppure, il primo atto della giunta Todde non è stato fermare l'inceneritore, ma bloccare le rinnovabili, rendendo il 99% del territorio sardo non idoneo ai nuovi impianti. Si può spiegare perché un inceneritore a Roma sarebbe inaccettabile, mentre in Sardegna va bene?". In difesa della giunta arriva Gianluca Mandas, consigliere regionale del M5s: "È sempre bene, prima di esprimere delle posizioni, conoscere la realtà territoriale- spiega alla 'Dire'-. La questione del termovalorizzatore Tossilo non ha nulla a che fare con il dibattito sul nuovo termovalorizzatore a Roma, e in generale sulle politiche di gestione del rifiuto". A Tossilo, ricorda il pentastellato, "esiste un impianto dal 1993, oggetto di revamping nel 2016, e i lavori finanziati con 45 milioni di euro di fondi pubblici- di cui 20 dal fondo Fsc- sono in fase di ultimazione e di collaudo". Pertanto, la necessità di riavviare l'impinato di Tossilo "è legato a un equilibrio di gestione dei rifiuti, perché oggi tutti quelli non riciclabili vengono portati al termovalorizzatore di Macchiareddu". Nel Lazio, rimarca Mandas, "si vuole avviare un nuovo termovalorizzatore da 660.000 tonnellate all'anno di rifiuto non riciclato, mentre il termovalorizzatore di Tossilo ne elabora circa 60.000". La Sardegna, conclude, "ha già un processo virtuoso basato sulla raccolta differenziata- abbiamo un indice prossimo all'80%- sul riuso e il riutilizzo. Ovviamente, per il non riciclabile e non riutilizzabile, una minima parte in termovalorizzazione è plausibile, e necessaria". (06.02.25)