Bologna - TRENI. IN EMILIA-R. UN'AGGRESSIONE AL PERSONALE OGNI 4 GIORNI (03.02.25)

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Bologna - TRENI. IN EMILIA-R. UN'AGGRESSIONE AL PERSONALE OGNI 4 GIORNI
Bologna, 3 feb. - Solo nel 2024 in Emilia-Romagna sono avvenute "88 aggressioni e violenze" nei confronti del personale ferroviario, una ogni quattro giorni, di cui "66 fisiche", senza contare quelle 'sommerse' come ulteriori minacce verbali e gli sputi, "che non sono contati". Un fenomeno che preoccupa i sindacati, che già da tempo hanno promosso sit-in e scioperi per denunciare gli episodi nei confronti di chi lavora sui treni o nelle stazioni. E oggi, in occasione della giornata prevista dalla campagna nazionale anti-aggressioni promossa da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast e Orsa, anche a Bologna hanno promosso in mattinata un volantinaggio per sensibilizzare la cittadinanza e lanciare un appello alle istituzioni. La portata del fenomeno "è importantissima, registriamo nel 2024 88 aggressioni, di cui 66 fisiche e spesso queste sono delle vere e proprie vendette- spiega Pasquale Varlese, della Uiltrasporti dell'Emilia-Romagna- l'aggressore viene messo giù dal treno e dopo cinque minuti è di nuovo alla ricerca del malcapitato capotreno che sta semplicemente facendo il suo lavoro". Il dato "sicuramente spaventa, ma soprattutto è in continua crescita e quindi questo ci fa preoccupare, perché il prossimo futuro di sicuro ci riserva ulteriori difficoltà per tutto il personale e per l'utenza", sottolinea Francesco Bertone, coordinatore regionale Mobilità ferroviaria della Fit-Cisl. Per quanto riguarda i cittadini, "cerchiamo di sensibilizzare perché spesso il capotreno è da solo, e quando subisce queste aggressioni noi chiediamo di denunciare e intervenire, qualora siano in sicurezza", aggiunge Varlese. Invece alle istituzioni "chiediamo una legge, come per i sanitari, perché questi sono veri e propri reati e queste persone vanno assolutamente fermate". Lo scenario è quello di "un fenomeno quotidiano di aggressioni verbali e fisiche ai danni di tutto il personale front-line che non ha fine", sottolinea Daniele De Maria, coordinatore Mobilità ferroviaria della Filt-Cgil dell'Emilia-Romagna. Ma come si fermano le violenze? "Qua in Emilia-Romagna abbiamo avuto a dicembre un primo tavolo alla prefettura di Bologna proprio per chiedere di avviare un percorso condiviso tra istituzioni, aziende, sindacati e istituzioni locali e regionali per azioni preventive del fenomeno", ricorda De Maria, e già da anni è attiva una collaborazione con Trenitalia-Tper che prevede anche le "bodycam a bordo". Ma, sferza il sindacalista, "non è sufficiente, ci vuole uno sforzo maggiore, soprattutto per contrastare la desertificazione delle stazioni e delle aree ferroviarie, quindi riempire di nuovo le stazioni". Per questo, "a Fer e Rfi chiediamo di intervenire per andare a saturare gli spazi commerciali e ricucire un po' il tessuto con le città, non lasciare le stazioni come luogo alieno e alla mercè appunto di personaggi dediti ad atti criminali" da una parte. Dall'altra, dato che "è un fenomeno comunque sociale, che va combattuto attraverso la prevenzione, chiediamo l'intervento delle istituzioni a partire dalle Regioni e dal mondo scolastico".(03.02.25)

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