Roma - G7 RUBRICA SICUREZZA STRADALE. LAURA E I DUE INCIDENTI (30.01.25)

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https://www.pupia.tv - Roma - G7 RUBRICA SICUREZZA STRADALE. LAURA E I DUE INCIDENTI: HO SOFFERTO PER GLI OCCHI ADDOSSO
Roma, 30 gen. - "'Piano piano': la due parole che ho odiato di più". Se le sente ripetere da tutti, dai medici, dai familiari, dai conoscenti, dopo il coma e i mesi di ricovero e un corpo da risvegliare. E' la storia di Laura Capaccioli che in un gravissimo incidente stradale il 30 agosto del 2006 vede frantumarsi tutta la sua vita di un tempo e la 'normalità', lungo una strada di campagna che percorreva ogni giorno per andare a lavorare in un'azienda dove faceva la traduttrice. "Non ricordo nulla, ho un vuoto", racconta all'agenzia Dire. Scoprirà in ospedale di essere finita con la sua automobile sotto la pedana di un camion. "Quando mi sono svegliata non capivo dove fossi, ero in una stanza in penombra. Dopo ore ho visto monitor, persone che scrivevano, ero in ospedale, attaccata a macchinari, flebo e ossigeno. Pian piano ho scoperto che avevo perso il controllo della macchina ed ero finita schiacciata sotto a un camion. Quattordici giorni in coma, quattro anni di ricoveri e solo dopo 10 mesi sono tornata a casa la prima volta". La storia di Laura, nella chiusura forzata del lockdown, è diventata un libro: 'Con gli occhi addosso' (Europa edizioni) quelli che Laura ha sentito con sofferenza quando il suo corpo 'ferito' suscitava l'attenzione degli altri. "Il pietismo fa male", racconta, "la gente è curiosa, ma ipocrita, non fanno male le domande, ma quegli occhi lì". Il libro è anche un invito alla prudenza, a seguire le regole, un inno alla vita "che è bella e con il sorriso di più, tanto la storia non si cambia". Nel tempo del nuovo Codice della strada, di una cronaca che restituisce pagine crudeli di morti di giovanissimi, di challenge pericolose, Laura dalla sua esperienza vuole tirar fuori un messaggio "per i ragazzi: quando non siamo sicuri della nostra lucidità non guidiamo". Il giudice dopo udienze "per 6 anni senza testimoni mi ha dato torto. Da dopo il mio incidente comunque i camion su quella strada potevano passare solo se segnalati. Andavo alla velocità prevista di 50 km/h ma l'asfalto era bagnato. Se fossi stata brava a guidare, secondo il giudice, sarei dovuta andare più piano, e ho speso 16mila euro di causa". "Piacere sono Laura e per hobby faccio gli incidenti": si presenta così, come scherza in video, dopo l'ultimo che le è successo ad agosto 2023. Ebbene sì, la sorte si è accanita. Un testa coda perchè "mi si è spento il cuore- racconta Laura- ho avuto una sincope e un collasso e sono svenuta sull' acceleratore". "Dopo 17 anni di ospedali ho scoperto un prolasso congenito della valvola mitralica di 1,2 centimetri che nessuno aveva mai diagnosticato". Una sfortuna e nessuna negligenza. "Un colpo di sonno non me lo sarei perdonato", dice venendo dalle sofferenze del primo incidente che ha dato vita a una nuova Laura che oggi a 50 anni deve fare i conti con un nuovo corpo e un'agenda fitta di controlli e ospedali. "La parte sinistra del corpo è rimasta schiacciata e la sensibilità c'è e non c'è. Non posso piegarmi, la caviglia era distrutta ed è più grande, non posso mettere i tacchi", scherza, ed è bloccata. "Metà del braccio, dal gomito, era caduto e me l'hanno riattaccato. Per l'occhio sinistro ho deciso di mettere una protesi, perchè avevo la palpebra chiusa. Per fortuna, come spesso succede, non si è portato dietro l'altro occhio o sarei rimasta cieca. Dal sinistro non vedo". Laura però non ha mollato: "Sono ancora viva e vorrei che il racconto della mia storia arrivasse a chi non sa cosa sia il rispetto".(30.01.25)

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