Cagliari - SARDEGNA. BONUS SANITARI, MISURA GIUNTA BOCCIATA DA UFFICI CONSIGLIO (23.01.25)

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Cagliari - SARDEGNA. BONUS SANITARI, MISURA GIUNTA BOCCIATA DA UFFICI CONSIGLIO
Cagliari, 23 gen. - Scoppia nel Consiglio regionale sardo il caso dei "bonus sanitari", la misura fortemente voluta dall'assessora al Lavoro, la pentastellata Desirè Manca, destinata alla fascia di popolazione che non può permettersi le cure. Questa mattina era prevista la seduta congiunta delle commissioni Salute e Lavoro per audire la stessa Manca e l'assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi, riunione però saltata e rinviata a data da destinarsi, dopo la bocciatura arrivata dagli uffici del Consiglio che hanno sollevato diverse criticità sulla delibera della giunta che mette a correre 10 milioni per le prestazioni sanitarie urgenti destinate alle persone con un Isee inferiore ai 10.000 euro. Parere fortemente negativo, quello redatto dal sevizio commissioni dell'assemblea, che si inserisce in un clima, in maggioranza, tutt'altro che sereno. La misura sperimentale- avversata dalle opposizioni- sta creando infatti molte tensioni anche nel campo largo, in particolare fronte Pd. Ieri i commissari di maggioranza dei due parlamentini si sono riuniti fino a tarda serata per appianare le tensioni proprio in vista delle audizioni di oggi, ma chi era presente racconta di una riunione infuocata. Anche questa mattina si sono susseguiti confronti, ma trovare la quadra in breve tempo sarà complicato. "C'è stato un tavolo tecnico nel quale sono state discusse alcune richieste- spiega la presidente della commissione Lavoro, la dem Camilla Soru- abbiamo avuto informazioni più specifiche che ci mancavano. Essendo una misura molto importante- ma anche molto complessa- abbiamo bisogno di avere le informazioni più chiare possibili. Anche perché questa è una misura che interviene sulla fragilità, sul bisogno di sanità, e ovviamente non può essere affrontata in maniera superficiale". Tornando al parere degli uffici, si legge che "rappresenta un'anomalia la circostanza che le prestazioni correlate ai buoni sanitari siano finanziate con risorse del Fondo Fse, e non come ordinariamente accade a valere sulle risorse del Fondo sanitario regionale di parte corrente specificamente destinato al finanziamento dei Lea". E ancora: "L'erogazione del bonus e dunque l'offerta di prestazioni sanitarie rientranti nei Lea- esigibili da tutti- esclusivamente a favore di soggetti appartenenti a nuclei familiari con un Isee al di sotto o pari a 10.000 euro, pare contrastare con il principio fondamentale dell'universalità, visto che le prestazioni sanitarie sono una risorsa della comunità e pertanto sono estese a tutta la popolazione". E contrasta anche quelli dell'uguaglianza, visto che "i servizi sono erogati senza alcun tipo di distinzione o discriminazione, e non sono considerate differenze individuali, sociali o economiche- e dell'equità. Principi che governano, fin dalla sua istituzione, il servizio sanitario nazionale". Occorre chiedersi, infine, "se e quanto la misura sia realmente efficace rispetto agli obiettivi che intende realizzare, e cioè ampliare l'offerta di prestazioni sanitarie a favore dei più vulnerabili. Se la mancata erogazione delle prestazioni dipendesse dall'insufficienza delle risorse a disposizione, allora lo stanziamento dei 10 milioni previsti per l'intervento, sarebbe certamente utile e verosimilmente efficace alla risoluzione del problema". Tuttavia, "la precisazione riportata in delibera- secondo la quale la misura deve essere attuata nel rispetto dei 'tetti di spesa per l'acquisto di prestazioni da privato', e dunque nell'ambito di risorse delle quali il servizio sanitario, di fatto, già dispone- rende evidente che il problema non è 'economico'. Ma verosimilmente derivante da altre problematiche o carenze organizzative che evidentemente richiedono una differente tipologia di intervento". (23.01.25)

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