Firenze - FINE VITA. CAPPATO: NUMERO BIANCO ATTIVO, CONTINUEREMO NOSTRA BATTAGLIA (22.01.25)

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Firenze - FINE VITA. CAPPATO: NUMERO BIANCO ATTIVO, CONTINUEREMO NOSTRA BATTAGLIA
Firenze, 22 gen. - "Dopo un anno dall'ultima udienza in camera di consiglio, ritorniamo qui, in tribunale di fronte al gip" per un nuovo capitolo giudiziario legato a Massimiliano, 44enne toscano malato di sclerosi multipla, morto l'8 dicembre 2022 ricorrendo al suicidio medicalmente assistito in una clinica in Svizzera. E oggi- dopo la sentenza della Corte costituzionale dello scorso luglio che ha ampliato la portata del requisito del trattamento di sostegno vitale includendo tutte quelle procedure che, indipendentemente dal loro grado di complessità tecnica e di invasività, sono normalmente compiute da familiari o caregiver- "chiederemo l'archiviazione del procedimento" dall'accusa di aiuto al suicidio che riguarda Marco Cappato, Chiara Lalli e Felicetta Maltese. I tre nomi ddell'associazione Luca Coscioni che aiutarono Massimiliano a raggiungere la Svizzera. Lo spiega Filomena Gallo, segretaria nazionale dell'associazione e legale di Cappato, Lalli e Maltese. Ora la Gip, Agnese Di Girolamo, "dovrà decidere se archiviare, disporre nuove indagini o disporre l'imputazione coatta", aggiunge. Con Lalli e Maltese "abbiamo aiutato Massimiliano a interrompere quella che per lui era diventata una tortura insopportabile", interviene Cappato. "Noi riteniamo di aver fatto il nostro dovere, rivendichiamo quello che abbiamo fatto e ci auguriamo possa essere riconosciuto dallo Stato come un diritto per le persone come Massimiliano e per noi che lo abbiamo aiutato. Aspettiamo quindi le decisioni della giustizia e quelle della politica, totalmente immobile a livello nazionale. Quello che è certo è che continuiamo con la nostra iniziativa", assicura. "Il numero bianco, dove i nostri volontari rispondono alle persone che vogliono essere aiutate a interrompere la propria vita, è attivo. Noi continueremo ad assumerci la responsabilità di fare rispettare il diritto alla libertà di scelta fino alla fine della vita", conclude Cappato. Massimiliano, evidenzia Gallo, "rifiutò ulteriori terapie che avrebbero contenuto la sofferenza a cui era sottoposto: doveva scegliere se essere pienamente presente o assumere altri farmaci ed essere stordito. Lui stesso dichiarava, anche negli scritti inviati in Svizzera, che ormai era totalmente dipendente dall'assistenza di terzi. E la Corte costituzionale ha voluto includere questo elemento nella valutazione nel requisito del trattamento vitale". (22.01.25)

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