Bologna - ALLUVIONE. QUERELA DA VAL DI ZENA: "NON CERCO SOLDI, MA SOLO GIUSTIZIA" (22.01.25)

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Bologna - ALLUVIONE. QUERELA DA VAL DI ZENA: "NON CERCO SOLDI, MA SOLO GIUSTIZIA"
Bologna, 22 gen. - In due alluvioni ha subito danni per quasi 450.000 euro in una casa pagata 600.000 euro e che oggi "se la vendo mi danno forse 20.000 euro". Ha perso arredi, oggetti di valore e affetti, compresa una cagnolina morta annegata. "Ma non mi interessano i risarcimenti. Cerco giustizia, per me e per tutti gli abitanti della Val di Zena". E' così che Antonio Francesco Rizzuto racconta la sua decisione di presentare una denuncia-querela all'indirizzo della Regione Emilia-Romagna, della Città metropolitana di Bologna e della Bonifica Renana per le conseguenze dell'alluvione del 2024 in Val di Zena. Si tratta della seconda azione di questo tipo. Una prima querela, presentata a seguito della prima inondazione, quella del maggio 2023, è stata archiviata "sulla base di scarne indagini- afferma Rizzuto- si sono basati sulle dichiarazioni dei tecnici della Regione", cioè che "loro avevano effettuato i lavori sul torrente Zena e che comunque si trattava di un evento eccezionale. Quindi la mia querela è stata liquidata così". La casa, comprata in via Zena a Pianoro con la figlia ("Era la casa dei nostri sogni, in mezzo alla natura, con tanti animali"), nel 2019 aveva subito un primo allagamento a causa dell'esondazione dello Zena (40 centimetri d'acqua). Già allora Rizzuto scrisse agli enti locali chiedendo di mettere in sicurezza il torrente e ottenne, tra l'altro, l'autorizzazione a eseguire alcuni lavori sulla sponda prospicente la sua abitazione. "Ho sollevato l'argine di quattro o cinque metri, ma non è bastato- spiega- avrebbero dovuto fare questi lavori su tutto il corso d'acqua". Con l'alluvione del maggio 2023, invece, a piano terra è entrato oltre un metro d'acqua e "siamo dovuti andare via da casa per quattro mesi e mezzo". La casa è stata ristrutturata e riarredata, nel frattempo Rizzuto ha presentato una prima querela, appunto archiviata. Rizzuto ha inoltre inviato numerose mail agli enti locali insistendo nel chiedere la messa in sicurezza del torrente. "Ci sono decine di comunicazioni- assicura- non solo mie, ma anche di altre persone". Dopo 16 mesi, la doppia alluvione dell'autunno 2024 ha "di nuovo devastato tutto". Col primo evento "è morta la mia cagnolina", racconta Rizzuto. Con l'inondanzione di ottobre, invece, "ho avuto tre metri d'acqua in casa, è arrivata al primo piano. Vivo fuori casa da allora e mia figlia ha anche cambiato residenza". Quindi, continua Rizzuto, "per una questione di giustizia ho dovuto sporgere querela. Se l'anno scorso la Procura ha deciso di archiviare, quest'anno devono venire a spiegare quali lavori sono stati effettuati dal maggio 2023 a oggi". Con la nuova querela, infatti, Rizzuto ha anche chiesto anche il sequestro di tutta la documentazione sui lavori eseguiti e sui piani di messa in sicurezza. "Ci prendono per i fondelli- è sicuro- mi devono dimostrare che hanno fatto quei lavori. Chiedo giustizia per me e per tutti gli abitanti della valle, che è bellissima e mi spiace veramente vederla così distrutta". Per il legale di Rizzuto, l'avvocato Luigi Santomassimo, "ci sono omissioni colpose che vanno perseguite. Qualcuno di deve assumere la propria responsabilità. Le amministrazioni abbiano il coraggio di ammettere le loro colpe". Per Alberto Zanni, presidente di Confabitare, associazione di proprietari di cui Rizzuto è socio, "vorremmo una maggiore collaborazione da parte della pubblica amministrazione, in realtà per adesso abbiamo solo parole e nessun fatto concreto. Sosteniamo questa iniziativa di giustizia per dare la sveglia alle pubbliche amministrazioni"(22.01.25)

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