Firenze - IMPRESE. MAXI FRODE FISCALE, FRA NAPOLI E PISA SEQUESTRO DA OLTRE 127 MLN (21.01.25)

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Firenze - IMPRESE. MAXI FRODE FISCALE, FRA NAPOLI E PISA SEQUESTRO DA OLTRE 127 MLN
Firenze, 21 gen. - Giri di bonifici fra l'Italia, la Cina passando tavolta anche dall'Albania e dalla Croazia per simulare importazioni inesistenti nel settore della pelletteria e del calzaturiero e realizzare una frode fiscale multimilionaria. È quanto ritengono di aver scoperto le fiamme gialle con una recente operazione che sta portando in queste ore la Guardia di finanza di Pisa e Napoli ad applicare un decreto di sequestro preventivo volto alla confisca di profitti illeciti per oltre 127 milioni. Ad emetterlo è stata la procura partenopea, a valle di un'indagine che ha investito 51 società e 54 persone, indagate per violazioni finanziarie che avrebbero generato un risparmio illecito di imposta pari a più di 46 milioni fra il 2019 e il 2021, ma anche oltre 81 milioni di riciclaggio e autoriciclaggio fino al 2024. Le attività di investigazione, racconta la procura di Napoli, sono iniziate nel 2020 e hanno consentito di risalire a una presunta associazione a delinquere imperniata sulle cosiddette 'società cartiere', legate a persone residenti nelle province di Napoli e Caserta, al fine di emettere fatture false. Beneficiarie erano decine di aziende operative in Toscana, Campania, Marche e Veneto. L'obiettivo finale sarebbe stato quello di ottenere un'indebita detrazione di Iva e la contabilizzazione di un costo indeducibile. Alla base di questo complesso sistema, reso possibile dalla collaborazione di professionisti, intermediari e prestanome ma anche di ditte di trasporto, ci sarebbero state delle forniture fittizie per 34 aziende con conseguenti giri di bonifici diretti verso banche in Cina. I clienti di questo particolare 'servizio' tornavano poi in possesso del denaro in contante con l'aiuto di persone di origini cinesi residenti a Napoli: oltre al profitto illecito, i conti correnti delle aziende restavano dunque vuoti. Il meccanismo si sarebbe fatto più sofisticato col passare del tempo. Una volta cioè che gli istituti di credito hanno iniziato a insospettirsi, gli indagati avrebbero iniziato ad appoggiarsi a due società estere, una in Albania e l'altra in Croazia. La meta ultima sarebbe rimasta la Cina, così come il rimborso in contante alle società clienti della cifra inviata, seppure con una parte trattenuta per l'intermediazione svolta, ma in questo caso l'aspettativa degli indagati sarebbe stata di rendere ancora più arduo risalire alle loro condotte. (21.01.25)

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