Fedriga - SICUREZZA. REGIONE FVG: ZONE ROSSE NECESSARIE, MA NON ESCLUSIVE (20.01.25)

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Fedriga - SICUREZZA. REGIONE FVG: ZONE ROSSE NECESSARIE, MA NON ESCLUSIVE
Trieste, 20 gen. - "L'istituzione di zone rosse permette, nelle aree più delicate, di avere maggiori controlli e soprattutto di poter utilizzare una normativa ad hoc per presidiare il territorio. Siamo consapevoli come istituzioni che fortunatamente in Friuli Venezia Giulia non ci sono situazioni di altre parti d'Italia, dove c'è molta più tensione, ma non bisogna sottovalutare i casi che si sono presentati nella nostra regione. Penso che con le zone rosse si affrontino con serietà. Ovviamente non è una soluzione esclusiva, ma è una soluzione di supporto". Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, commenta così, a margine del congresso triestino del Sindacato autonomo di polizia (Sap), l'introduzione, da oggi, di zone rosse principalmente a Udine e Trieste. Uno strumento disposto dal ministero dell'Interno che permette di escludere da determinate zone delle città, in cui si sono verificati disordini o episodi di microcriminalità, persone con precedenti per violenza, e potenzia la presenza e i controlli di polizia a tutela della cittadinanza. "Purtroppo gli episodi che si sono venuti a verificare nel corso degli ultimi mesi in tutte le città, e anche a Trieste, hanno imposto delle scelte particolari, difficili, complesse, come quelle dell'introduzione delle zone rosse", aggiunge l'assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti. E prosegue: "Parte questa prima sperimentazione che durerà fino alla fine di marzo. Vedremo cosa succederà, quali saranno le modifiche da apportare e quali gli ulteriori provvedimenti da prendere, ma intanto diamo questa prima importante risposta". Concretamente a Trieste, dove nell'ultimo anno si sono fatte sempre più frequenti risse con accoltellamenti e rapine, le zone rosse saranno accompagnate con la riduzione dell'orario degli esercizi pubblici e negozi di alimentari, per ridurre l'accesso agli alcolici, quasi sempre il 'brodo di coltura' degli episodi più violenti. "Trieste non è una città sotto osservazione perché si verificano particolari eventi criminali- precisa Roberti-. Semplicemente è una città sempre considerata tranquilla, molto vivibile, e una città dove si verificano pochi reati. Quando questo non accade, perché episodi vengono a verificarsi in zone del centro, in orari anche diurni- conclude l'assessore-, questo rea allarme sociale. E a quell'allarme sociale bisogna dare una risposta immediata". (20.01.25)

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