L’assassinio del generale Kirillov | Francesco Dall’Aglio

3 hours ago
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Il collasso della Siria baathista ha prevedibilmente aperto le porte al caos. Nelle aree settentrionali, i gruppi armati non statali appoggiati dalla Turchia combattono le forze curde sostenute dagli Stati Uniti, mentre Israele sta ricavandosi un’ampia zona cuscinetto nel Golan siriano, dopo aver occupato il Monte Hermon e sferrato una devastante campagna di bombardamenti aerei che ha di fatto demilitarizzato la Siria – ai sensi, si legge sulla stampa turca, di un’intesa con Bashar al-Assad che avrebbe indicato agli israeliani il posizionamento delle strutture militari siriane in cambio di non si sa cosa. Sul futuro delle basi russe vige ancora grande incertezza, anche se «Bloomberg» ha parlato della disponibilità dei jihadisti a preservare gli accordi siglati con il precedente governo. Sembrerebbe che il governo di Mosca stia vagliando la possibilità di spingere il generale Haftar ad autorizzare l’installazione di una base russa a Bengasi, e procedendo allo stesso tempo a una riorganizzazione della loro presenza in Siria implicante l’abbandono di una serie di strutture minori disseminate in varie zone del Paese e il rimpatrio di una enorme quantità di mezzi militari. Sul teatro ucraino, intanto, le forze armate russe continuano ad avanzare, mentre un attentato esplosivo organizzato – pare – da un uzbeko assoldato dai servizi di sicurezza di Kiev ha provocato l’uccisione a Mosca di Igor Kirillov, tenente generale russo a capo dell’unità di protezione nucleare, radiologica, chimica e biologica che all’inizio del conflitto aveva denunciato «attività militari-biologiche del Pentagono in Ucraina». L’operazione è stata giudicata come legittima dal «Times», ma condannata dal generale Keith Kellogg, che in qualità di inviato speciale per il conflitto russo-ucraino da Donald Trump ha dichiarato che l’atto costituisce una violazione delle regole di guerra e una mossa controproducente. Lo stesso Trump continua a inviare segnali circa i propri intendimenti riguardo alla risoluzione del conflitto. Ne parliamo assieme a Francesco Dall’Aglio, medievista, saggista, ricercatore presso l’Istituto di Studi Storici al Dipartimento di storia medievale della Accademia delle Scienze di Sofia e gestore del canale Telegram «War Room».

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