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CHI CI SALVERÀ?
Trasmissione del 16 dicembre 2024
"Mentre dagli USA all’Europa politici e media accolgono i nuovi padroni di Damasco come eroi democratici, “ex terroristi e “jihadisti moderati”, il leader di Hayat Tahrir al Sham (HTS) Abu Mohammad al-Jolani, ha pronunciato il primo discorso all’antica grande Moschea degli Omayyaddi, dinastia il cui Califfato fece da “modello” per l’ISIS.
Al-Jolani si muove bene tra i simboli e i dogmi jihadisti di al-Qaeda e ISIS, organizzazioni presso le quali ha militato fin da dopo l’invasione anglo-americana dell’Iraq in cui combatteva gli statunitensi al fianco di Abu Musaib al-Zarqawi, leader di al-Qaeda in Mesopotamia.
Catturato dagli statunitensi venne detenuto a Camp Bucca dove conobbe Abu Bakr al-Baghdadi, insieme al quale venne liberato per poi recarsi in Siria a combattere sotto le bandiere dell’ISIS le forze di Bashar Assad.
“Questa vittoria, fratelli miei, è’ una vittoria dell’intera nazione islamica e segna un nuovo capitolo nella storia della religione, una storia irta di pericoli che ha reso la Siria un’arena per le ambizioni dell’Iran, diffuso il settarismo e alimentato la corruzione”, ha detto. Parole che non lasciano intendere che la Siria resterà uno stato laico anche se HTS si è impegnato per ora a garantire libertà di culto e a non imporre restrizione alle donne.
Del resto anche lo stesso Joe Biden ha apprezzato parole e toni di al-Jolani dimenticando che gli Stati Uniti hanno posto una taglia da 10 milioni sulla sua testa, evidentemente non per le sue attività caritatevoli.
Il fatto che al-Jolani usi un linguaggio da jihadista appare normale anche se ora vuole apparire un “bravo ragazzo”: così ha rivolto un messaggio alle potenze straniere spiegando che “stiamo purificando la Siria” annunciando la caccia ai membri delle forze di sicurezza e del Partito Baath macchiatisi di crimini ma assicurando l’amnistia a tutti i militari.
Curioso che nessuno abbia mai usato la formula “aggressori e aggrediti” per l’invasione americana di lembi di territorio siriano ma oggi il ritiro di quei mille militari USA sarebbe giustificato dalla fine dell’esigenza di indebolire Assad oltre che dalle pressioni di Ankara che ha intimato a Washington di cessare ogni forma di sostegno ai “terroristi” curdi.
La presenza statunitense in Siria è illegale per il diritto internazionale, una forza di occupazione giustificata solo dalla volontà di impedire ad Assad di rimettere le mani sui pozzi di petrolio che avrebbero permesso di avviare la ricostruzione postbellica.
A proposito di “aggressori e aggrediti”, appare curioso che in Europa non vi siano finora reazioni energiche all’invasione israeliana di ampi lembi di territorio siriano tra il Golan e Damasco. Le forze di difesa israeliane (IDF) sembrano non fidarsi dei nuovi padroni di Damasco e approfittando del cambio di regime hanno assunto il controllo di una fascia di territorio siriano a est delle alture del Golan e sul Monte Hermon.
Secondo alcune fonti, smentite dalle IDF, hanno raggiunto Qatana, a 25 chilometri da Damasco. In ogni caso si tratta di un’occupazione arbitraria che viola il diritto internazionale, peraltro non giustificata tenuto conto che né HTS né altre milizie jihadiste siriane che hanno preso il potere in Siria hanno mai attaccato Israele.
Europa in silenzio anche davanti alle 450 missioni israeliane (350 raid aerei e 130 attacchi terrestri) che hanno distrutto depositi di armi, il centro di ricerca scientifica di Barzeh e affondato le 15 navi della Marina Siriana nel porto di Latakya e nella baia di Minet el Beidain; incursioni motivate dal governo israeliano dalla necessità di impedite che tali armi e mezzi finissero in mano alle milizie insediatesi a Damasco.
Israele pretende quindi che la Siria venga “demilitarizzata” affinché non possa minacciare Israele: a ben guardare le stesse pretese di Vladimir Putin circa l’Ucraina che hanno determinato però una forte reazione in UE e USA.
In attesa di vedere UE e NATO applicare i propri principi inderogabili fornendo armi e appoggio agli ex terroristi islamici siriani per difenderli dall’aggressore israeliano, Israele, come del resto da molti anni anche gli USA, continua a bombardare ovunque e chiunque nel nome dei suoi interessi col rischio oggi di destabilizzare una Siria fragile che potrebbe piombare nel caos più totale.
Gli europei sembra non abbiano nulla da dire in proposito e questo riduce ulteriormente la nostra già scarsa credibilità. Neppure quando Netanyahu giustifica l’invasione del territorio siriano affermando che gli accordi del 1974 assunti con Hafez Assad (padre di Bashir) circa il Golan occupato da Israele e la zona smilitarizzata oggi non valgono più perché è caduto il regime. Quindi ogni accordo o trattato internazionale impegna le nazioni firmatarie solo fino alla caduta dei governi che li firmano?"
(Da Analisi Difesa dell'11/12/2024, G. Gaiani)
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