Le troppe incognite dell’equazione siriana | Marco Bertolini

5 hours ago
17

La Siria baathista è caduta. L’intera vicenda ha dell’incredibile, se si considera la rapidità che ha caratterizzato il cedimento delle strutture governative, la totale arrendevolezza delle forze armate e l’atteggiamento tenuto da tutti i grandi “comprimari”. La travolgente offensiva condotta dal gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham, storicamente collegato alla Turchia e designato come terrorista da numerosi Paesi occidentali, era stata anticipata da una serie di raid aerei israeliani che hanno bersagliato depositi di armi, strutture militari e canali di comunicazione in svariate aree della Siria. Il collasso del governo ha agevolato la diffusione del caos e la predisposizione di una serie di regolamenti di conti di cui il saccheggio dell’ambasciata iraniana è una fulgida espressione. L’ufficio diplomatico russo, di contro, è rimasto letteralmente immacolato, al pari delle basi militari di Tartous e Hmeimim. Secondo quanto riportato dalla «Tass», «i funzionari russi sono in contatto con i rappresentanti dell’opposizione armata siriana, i cui leader hanno garantito la sicurezza delle basi militari russe e delle istituzioni diplomatiche in Siria». Le forze armate israeliane, dal canto loro, sono penetrate oltre la linea di demarcazione del Golan ricavandosi un’ampia zona-cuscinetto. Le proteste formulate dai Paesi arabi e dalle Nazioni Unite sono state puntualmente ignorate da Netanyahu, il quale ha dichiarato che le alture del Golan, occupate da Israele per quasi 60 anni, rimarranno parte integrante di Israele «per l’eternità». Allo stesso tempo, l’aeronautica militare israeliana ha intensificato i raid contro le strutture militari siriane per prevenire una loro possibile cattura ad opera di forze “ostili”. Sul futuro del Paese, così come sulla sorte della miriade di minoranze etniche e religiose che lo abitano, aleggia la più totale incertezza. Sullo sfondo, il presidente Putin è tornato a parlare dell’effetto dirompente sugli equilibri strategici generato dall’irruzione dell’Orešnik, il missile ipersonico a raggio intermedio e testata multipla lanciato lo scorso novembre contro un impianto produttivo di Dnipro. Ne parliamo assieme a Marco Bertolini, generale di corpo d’armata, presidente dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, saggista e collaboratore della rivista «Analisi Difesa». È stato alla testa del Comando Operativo di Vertice Interforze e in precedenza del Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali, della Brigata Paracadutisti Folgore e del 9° reggimento incursori Col Moschin. Ha ricoperto numerosi incarichi in molti teatri operativi tra i quali Libano, Somalia, Balcani e Afghanistan.

SITO
www.ilcontesto.net

CANALI
Telegram: https://t.me/ilcontesto
Rumble: https://rumble.com/account/channel/content?channelId=6623404
Odysee: https://odysee.com/@Il-Contesto:9

SOSTEGNO
🟠 Bonifico bancario
👉 IBAN: IT47X0760113300001072554353 intestato a Giacomo Gabellini
👉 BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX
🟠 Paypal
👉 http://alturl.com/d326s
🟠 Tipeee
👉 https://it.tipeee.com/il-contesto

I MIEI LIBRI
👉 https://amzn.to/3S77B0s

Loading comments...