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IL FIGLIO DELL'UOMO - CHI È E COS'È
Riflessioni sul NATALE DELL'OSTIA O DEL NEMICO INTERIORE
E poi, che schifo mangiare un'ostia! Che senso ha oggi credere che l'ostia contenga l'io, che abbiamo già dentro da 2000 anni!. Il punto da superare oggi è la superstizione, il limite stesso dove la si incontra e dove soltanto è superabile, in quanto, proprio lì, la mediazione del pensare si oppone a se stessa, tendendo a operare come immediatezza affinché il puro immediato pensare non sia conosciuto. Per cui l'uomo non libero è consigliato da spiriti arimanicamente unilaterali dell'economicismo abbagliatore (anche Rudolf Steiner può diventare arimanico per i "credenti industriali", così li chiamo), i quali spaventano chi anela a liberare sé stesso in quella "zona" dell'attività interiore in cui non c'è esigenza alcuna di essere liberi, dato che il limite, lì, non è presente, essendovi solo la CONSEGUENZA del suo patimento: "zona mentale" delle emozioni e degli istinti, dove è facile, ma ingannevole, credere di incontrare il proprio limite e di superarlo.
In pratica: il limite SEMBRA riconoscibile nella sfera dei moti mentali, dei sentimenti e degli impulsi, ma è altrove. E si trova là, dove non si ha la forza di guardare, perché si tratta di guardare ciò che un falso asceta non può: il pensare. Perché una cosa è il compito di liberare il pensare da presunti pregiudizi, secondo una mediazione non consapevole, che implica il ripetersi dell'attidudine da cui il pregiudizio in altre forme risorge; altro è liberare il pensare, per conseguimento di cosciente coincidenza della mediazione con l'immediato pensare. La mediazione non è l'insupposto e perpetuo risorgere del pregiudizio e/o della superstizione, ma l'atto che risolve la dipendenza da questi. Questa realtà è difficile da comprendere e da trasmettere senza l'esperimento della purezza del concepire concetti e idee nel proprio solare e non lunare laboratorio alchemico (dei nuovi tempi).
Ciò premesso, nei tempi antichi, la forza di guardare non c'era: l'io era ancora a venire e la sua luce poteva solo abbagliare se non accolta iniziaticamente. La festa del 25 dicembre di ogni anno testimonia in realtà che la forza di guardare dovrebbe esserci. Ma non c'è. Il "Sole di mezzanotte", che due millenni fa era la coincidenza del giorno del solstizio d'inverno con la festa pagana del Dies Natalis Sol Invictus, festeggiata dai seguaci del culto solare del dio Mitra, testimonia molte cose oggi scotomizzate dalla chiesa di Stato (cattolicismo). Nel 274 Aureliano istituiva la celebrazione del giorno festivo e del "natale" o "Sole Invitto". Secondo preistorica Conoscenza, il Sole verso il 25 dicembre (dal 22 al 24) sembra stare fermo nel cielo. "Sol stat". "Solstitium": "sole sostante, sole che sta fermo". Il 23 dicembre infatti il Sole, dopo essere apparso nei giorni precedenti nel punto di massimo declino, apparentemente sembra restare fermo per un giorno intero in quel punto del cielo, ed il giorno dopo, il 24, riprendere il suo cammino verso l'alto, ogni giorno di più, fino al solstizio d'estate dove invece si verifica il fenomeno inverso (allora si celebra tale giorno come festa di Giovanni Battista).
Questo fenomeno fu sempre conosciuto dall'uomo: da "prima che Abramo fosse". In Egitto, per esempio, nell'Antico Regno, si diceva che il sole "è fermo". Lì, il fenomeno appariva ancora di più, perché l'Egitto si trova molto più vicino alla linea dell'equatore; e il fenomeno avviene, lì, con un giorno di anticipo e molto più a lungo che in zone più a nord. Tale invernale fenomeno significava che il sole, giunto nella sua fase più debole come luce e calore, non sprofondava nelle tenebre dove sembrava precipitare ma diventava, con la sua vitalità, "invincibile" (invictus) sulle stesse tenebre: "rinasceva", aveva un nuovo "natale".
Appunto il Natale del Sole Invictus.
Per spazzare via il paganesimo, la religione di Stato, non potendo abolire questa festa pagana che i romani continuavano a celebrare anche dopo Cristo, decise di farla coincidere con la nascita stessa del Cristo. Lo Stato arrivò così alla verità dell'ostia che, per il nuovo tempo, è una bestemmia: l'oggetto più rappresentativo che domina il rito statale è, appunto, l'OSTENSORIO, cioè quello per l'esposizione dell'ostia, contenuta dentro un disco, da cui partono e si irradiano i suoi raggi.
Tale oggetto liturgico della teologia di Stato, contrariamente a quello che si pensa, NON prese il nome dall'ostia. L'ostensorio non c'entra nulla - nemmeno etimologicamente - con l'ostia, perché SI CHIAMAVA OSTENSORIO GIÀ MILLE ANNI PRIMA DI CRISTO. "Ostiare" corrispondeva ad un etimo egizio (che si traslò poi anche nel latino) che significava "mostrare", "far vedere", cioè mostrare il disco solare ai fedeli. La liturgia romana conservò anche l'abbassamento del capo, ma tale azione di abbassamento del capo esprime solo il grado di incultura scambiata per umiltà in cui venne e viene ancora tenuto il popolo oggi (2024). Occorre pertanto rendersi consapevoli di come la religione di Stato aiuta il gattopardismo di Stato affinché nulla cambi mediante ogni cambiamento.
Siamo qui di fronte alla ritualizzazione del "buonismo" e dell'ignoranza popolare.
Nei primi riti di Aton, all'aperto, non era proibito guardare il sole. Si abbassava semplicemente lo sguardo perché fissando il sole si rischia di perdere la vista. Perciò abbassare il capo, lo sguardo, era solo un accorgimento intelligente. Nei riti successivi, trasferiti all'interno dei templi, i sacerdoti di Aton ricorsero poi a un disco d'oro con i raggi attorno, appunto l'"ostensorio" per l'"elevazione". L'abitudine di chinare il capo mentre l'ostensorio è elevato in alto è dunque rimasta esclusivamente attraverso la rimozione del significato di "ostiare", proveniente dall'originario "mostrare" la vittima del sacrificio, primordiale, barbara scena e costumanza nel sacrificare alle divinità i nemici presi in guerra e "mostrarli" al popolo. Il vocabolo rimase anche nell'antico latino. Così avvenne che in Senato-Consulto, tramite il decreto "ne homo immoleretur", si abolì questa CRIMINALER "ostensione", 657 anni prima di Cristo, ritenendola un'usanza indegna di un popolo civile.
L'incarnazione dell'io nell'uomo, l'avvento, viene per mettere l'uomo sui suoi piedi e gli uomini, tenuti all'oscuro, restano schiavi delle "signorie" politico-masso-mafiose, succubi anch'esse di quell'ostensorio che fa chinare il capo ai popoli per rapinarli con i tributi da "signoraggio" (che è MONETAGGIO INIQUO), in nome del nuovo testamento, come se ciò fosse la ricetta di una giustizia distributiva di ostie!
Occorre pertanto stare saldi con i piedi per terra ed equilibrate il proprio CAPO ed il proprio CAPITALE (talento umano) su di essi! Perfino gli antropocrati si accorgeranno che il cosiddetto debito pubblico NON esiste e che, pertanto, non è da pagare. Pagare una truffa può farlo solo uno scimunito, non un uomo iomunito. Lo scimunito è munito di sci solo per scivolare nella neo-schiavitù dell'ennesima neo-fiscalità aberrante.
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