Ingerenze: reali, inventate, “buone” e “cattive” | Elena Basile

27 days ago
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Le elezioni tenutesi di recente in Moldavia, Georgia e Romania sono state puntualmente caratterizzate da timori e accuse circa indebite “ingerenze” della Federazione Russa, che attraverso propaganda e manipolazione avrebbe condizionato le opinioni pubbliche dei Paesi in questione. L’esito del voto è stato tuttavia accettato dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti in riferimento alla Moldavia, dove l’europeista Maia Sandu ha ottenuto un risicatissimo margine di vantaggio grazie al contributo decisivo dei cittadini residenti all’interno della struttura comunitaria, ma contestato in relazione alla Georgia, dove i quattro partiti filo-occidentali fedeli alla presidente Zourabichvili hanno totalizzato appena il 37% dei voti, contro il 54% raccolto dalla fazione “neutralista” Sogno Georgiano del premier Kobakhidze. Esponenti politici baltici, polacchi e di altre nazionalità europee si sono spinti a incoraggiare la popolazione a sollevarsi contro il verdetto ufficiale, mentre l’Unione Europea ha invocato nuove elezioni. Il presidente ucraino Volodymyr Zelen’skyj si è addirittura spinto a imporre sanzioni contro 19 rappresentanti del governo georgiano «che stanno svendendo gli interessi del loro Paese e del loro popolo». Quanto alla Romania, dove l’indipendente Călin Georgescu, collocato su posizioni disallineate rispetto ai Paesi della Nato nei confronti del tipo di rapporto da costruire con la Russia e vincitore del primo turno, siamo alle minacce preventive. In previsione del ballottaggio che era previsto per domenica, il Dipartimento di Stato ha comunicato che: «sta al popolo rumeno eleggere i propri rappresentanti, e gli Stati Uniti non interferiscono con questa scelta o processo. Siamo preoccupati per il rapporto del Consiglio Supremo della Difesa Nazionale rumeno sul coinvolgimento russo in attività informatiche maligne progettate per influenzare la regolarità del processo elettorale. I dati citati nella relazione dovrebbero essere oggetto di un’indagine approfondita per garantire l’integrità del processo elettorale in Romania. Gli Stati Uniti apprezzano i contributi della Romania come alleato della Nato e partner dell’Unione Europea. I progressi duramente guadagnati dalla Romania nell’ancorarsi alla comunità transatlantica non possono essere respinti da attori stranieri che cercano di spostare la politica estera della Romania lontano dalle sue alleanze occidentali. Qualsiasi cambiamento di questo tipo avrebbe gravi impatti negativi sulla cooperazione degli Stati Uniti in materia di sicurezza con la Romania, mentre la decisione di limitare gli investimenti esteri scoraggerebbe le aziende statunitensi dal continuare a investire in Romania». Poche ore dopo, la Corte Costituzionale rumena ha decretato l’annullamento del primo turno delle elezioni presidenziali e la ripetizione dell’intero processo elettorale, a partire dalla registrazione e dalla convalida delle candidature, sulla base delle conclusioni a cui era pervenuto il Consiglio Supremo della Difesa Nazionale secondo cui la campagna di Georgescu era il risultato di una manipolazione orchestrata dalla Russia tramite Tik-Tok. Parliamo di tutto questo assieme ad Elena Basile, saggista, scrittrice ed ex diplomatica con trascorsi come ambasciatrice in Belgio e Svezia.

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