🔴 IL VATICANO HA APPENA APPROVATO UNA MESSA CHE VIENE DEFINITA DA MOLTI ERETICA

1 month ago
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Mentre la messa tradizionale viene messa da parte, si spalancano le porte a qualcosa che potrebbe cambiare per sempre il cuore della nostra fede.

Il Vaticano ha ufficializzato le norme per quello che viene chiamato il "rito Maya" della messa. Questo nuovo rito non è esente da polemiche, poiché incorpora elementi culturali delle popolazioni precristiane del Messico, tra cui, danze rituali, preghiere particolari e gesti che un tempo erano associati ai culti pagani.

Un pericoloso allontanamento dalle tradizioni cattoliche e un avvicinamento a credenze considerate demoniache.

Queste novità hanno ottenuto approvazione ufficiale dal Dicastero per il Culto Divino.

La reazione a questa notizia è stata immediata dividendo fedeli e teologi.

Questo solleva interrogativi profondi: quanto è accettabile modificare la liturgia per cogliere usanze culturali che hanno origini non cristiane? Fini a che punto l'adattamento pastorale può convivere con la fedeltà alla tradizione?

Il rito Maya così come approvato dal Vaticano include una serie di elementi che differiscono profondamente dalla liturgia tradizionale della Chiesa Cattolica. Tra le novità più evidenti ci sono le danze rituali che saranno eseguite in momenti specifici della messa, come l'offertorio, la preghiera dei fedeli e il ringraziamento dopo la comunione.

Queste danze non sono descritte come folklore, ma come movimenti meditativi, accompagnati da musiche tradizionali che mirano a rappresentare il senso spirituale dell'Eucaristia in una forma culturalmente diversa.

Un altro aspetto distintivo è il coinvolgimento dei laici in ruoli tradizionalmente riservati ai sacerdoti. In particolare le donne potranno essere incaricate di incensare l'altare i fedeli, utilizzando accessori indigene, invece dei consueti turiboli.

Inoltre figure di rilievo morale come uomini o donne potranno guidare alcune parti della celebrazione, come l'invito iniziale alla preghiera, l'elenco delle intenzioni o i ringraziamenti dopo la comunione.

Molti osservatori temono che queste concessioni possano sfociare in un relativismo liturgico, in cui la messa perde la sua identità universale per adattarsi troppo ai contesti locali.

Alcuni temono che sia un modo per "annaquare" il messaggio universale della fede cattolica per compiacere culture locali al costo di tradire le radici della Chiesa.

Questi adattamenti potrebbero diventare un precedente per ulteriori modifiche liturgiche portando ad una frammentazione della liturgia universale della Chiesa.

La messa tradizionale custodita per secoli come espressione più alta della fede cattolica viene spesso accusata di essere divisiva o esclusiva nonostante abbia formato generazioni di Santi e martiri. I sacerdoti che scelgono di celebrare secondo questo rito rischiano oggi la scomunica, ridotti al silenzio come dimostra alcuni casi recenti. Eppure si tratta di una liturgia che fino a pochi decenni fa era il cuore pulsante della Chiesa Universale.

Perché la messa viene vista come un ostacolo? Mentre riti che integrano pratiche estranee alla tradizione cristiana vengono accolti con entusiasmo?

La Messa tridentina è unicamente legata al sacrificio di Cristo sulla croce con una struttura e un linguaggio che sottolineano il mistero della redenzione e la trascendenza divina. I suoi simboli, i gesti e le preghiere sono stati attentamente sviluppati nel corso dei secoli per mantenere la sacralità e l'universalità della fede.

Al contrario, i nuovi riti, rischiano di mettere in secondo piano il significato universale della liturgia, trasformandola in una celebrazione locale che può essere interpretata in modi molto diversi.

Se il rito tridentino è accusato di essere esclusivo, non si rischia forse di escludere con queste nuove direttive quei fedeli che trovano nella tradizione una guida spirituale irrinunciabile?

Sta per nascere una nuova ed unica religione universale.

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