I Brics e il nuovo Piano Morgenthau | Giuseppe Masala

2 months ago
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Poche ore prima che Israele sferrasse la sua contro-rappresaglia a danno dell’Iran, nella città russa di Kazan si era concluso l’attesissimo vertice dei Brics, puntualmente snobbato da tutti i principali organi di informazione occidentali. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti di oltre 25 Paesi, di cui 13 – tra cui la Turchia, membro della Nato dal 1952 – sono stati ammessi in qualità di “partner” dell’organizzazione. «La tendenza al ruolo guida dei Brics nell’economia globale non potrà che rafforzarsi», ha affermato il presidente Putin, citando la crescita della popolazione, l’urbanizzazione, l’accumulazione di capitale e l’aumento della produttività come fattori chiave. Il comunicato congiunto del summit contiene sferzanti critiche nei confronti delle sanzioni unilaterali imposte ad alcuni membri del gruppo, e propone la creazione di una Borsa dei cereali facente capo all’organizzazione, che potrebbe in seguito essere ampliata per la commercializzazione di altre materie prime cruciali come petrolio, gas e metalli. La “dichiarazione di Kazan” incoraggia inoltre la messa a punto di un sistema comune di pagamenti transfrontalieri a sostegno del commercio intra-Brics, che consenta di aggirare il sistema finanziario globale dominato dal dollaro. Il presidente Lula, dal canto suo, ha sottolineato che la New Development Bank è stata progettata come alternativa a quelle che ha definito «istituzioni fallimentari di Bretton Woods», come il Fondo Monetario Internazionale. Il primo ministro Modi, invece, ha espresso apprezzamento nei confronti dei passi compiuti in direzione di una maggiore integrazione finanziaria tra i Brics, mentre il presidente Xi Jinping ha esortato i Paesi membri dell’organizzazione ad approfondire la cooperazione finanziaria ed economica. La dichiarazione di Kazan richiede inoltre la realizzazione di uno studio di fattibilità sulle altre iniziative russe, relative alla creazione di un sistema di deposito e regolamento delle negoziazioni di titoli Brics e di una compagnia di riassicurazione comune. Nel suo discorso, Putin ha anche chiesto la creazione di una piattaforma di investimento Brics, intesa ad agevolare gli investimenti reciproci e la canalizzazione di capitali verso i Paesi del “Sud globale”. A margine del vertice, Cina e India, hanno definito una soluzione concordata – apertamente favorevole a Nuova Delhi – al contenzioso territoriale incentrato sulla vale del Ladakh che si protraeva ormai dal 2020. Parliamo di tutto questo assieme a Giuseppe Masala, economista, analista politico, gestore dell’omonimo canale Telegram e collaboratore della testata telematica «L’Antidiplomatico».

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