L’impatto economico della guerra in Medio Oriente | Alessandro Volpi

2 months ago
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Stando alle dichiarazioni di Netanyahu, l’attacco israeliano all’Iran è questione di ore. Tra gli obiettivi sensibili che potrebbero essere presi di mira figurano le infrastrutture energetiche della Repubblica Islamica, le cui autorità hanno fin da subito messo in chiaro che una qualsiasi forma di aggressione comporterebbe una ritorsione diretta contro il territorio israeliano e gli impianti petroliferi disseminati in tutto il Medio Oriente, oltre che l’ostruzione dello Stretto di Hormuz attraverso cui transita il 30% circa del petrolio mondiale. In un contesto altamente finanziarizzato come quello in cui siamo immersi, i cosiddetti “mercati” stanno già prezzando il rischio che un’eventualità di questo genere acquisisca concretezza, con pesanti ricadute sulla quotazione dell’energia. Qualora lo scenario bellico dovesse poi realizzarsi in tutta la sua pienezza, le ondate speculative che ne scaturirebbero farebbero schizzare letteralmente alle stello il prezzo delle materie prime. Anche gli assetti energetici esistenti ne risulterebbero disarticolati, con implicazioni letteralmente devastanti per tutto il mondo, Europa in primis. Parliamo di tutto questo assieme ad Alessandro Volpi, saggista e docente di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa.

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