DEVIATE DAMAEN presentano: “INFERNO DEVIATIKO” - prologo -

6 days ago
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Guida all'ascolto:

Il progetto "INFERNO DEVIATIKO" va considerato alla stregua d'un "ITER AUDIOFONICO", parallelo, diluito nel tempo e trasversale alla totalità del repertorio creativo e discografico della band, nel quale l'efferatezza dei suoni estrapolati da atmosfere e ambientazioni reali, anima il teatro delle vicende umane citate, descritte e "cantate" in una sceneggiatura che resta ispirata allo sviluppo dell’INFERNO DANTESCO.

Il tutto ha e fa da sfondo, essendone l’ossatura, ad una drammaturgia che, prendendo le mosse iniziatiche dal Poema Dantesco, fa recitare, cantare e suonare una burattinata ricca di comparse inconsapevoli che i DEVIATE DAMAEN si limiteranno a musicare, mentre G/Ab si impegnerà a dirigere e narrare sino a dare forma al “CORTOMETRAGGIO AUDIOFONICO" che ne deriverà.

Si tratta di un’opera compilativa suddivisa in Canti, dei quali questo “prologo” costituisce una sorta di “Canto 0” con valore di “promo” o, se si preferisce, di “puntata pilota”. Essendo un’ “Opera Omnia” dei Deviate Damaen non mancheranno intersezioni testuali, ambientali e/o musicali con altri ambiti della poliedrica discografia della Band, all’interno della quale sarà possibile rintracciare metope drammaturgiche estrapolate dalla stesura originaria di quest’opera senza riscontrarvi alcuna contiguità cronologica.

Deus ex machina delle vicende narrate sarà il redivivo organista della formazione ’94-‘95, il REVERENDO Don ALEXIO BAVMORD (co-fondatore di Dvra Crvx), che si muoverà talvolta svolazzando fra odorosi e leggiadri petali di papavero, tal'altra annaspando nella merda nuda e cruda.

La DISCESA agl’Inferi ha inizio sfogliando le pagine della Divina Commedia, sulla forza dei cui versi iniziali si precipita senza preamboli nello Stige (in realtà il Mefite, presso Benevento), i cui effluvi si mescolano alle voci di quanti, NOI e voi volenti o nolenti, ci popolano l’habitat quotidiano.
Tuttavia, la MORTE ha il potere di strapparci a tale fittizia scontatezza, facendosi celebrare con una nenia funebre il 2 di novembre presso il minuscolo cimitero di Apecchio, sperduto borgo del Montefeltro dantesco; in tal caso l'ANTE-INFERNO è rappresentato dalla riffa di beneficenza delle Dame di S.Vincenzo, ove la DAMA DEVIATIKA LILI LILIEN, nei panni d'una nobildonna cieca e altezzosa, taccerà di impudico ladrocinio animelle convinte che basti agire in nome dei poveri per affibbiare ad una banale tovaglia, pur fatta a mano, un valore spropositato perché alterato dall’ipocrisia della bontà.
La maledizione lanciata dalla nobildonna deviatika alle sedicenti benefattrici..<<quando i sospiri di chi prega nel buio si confonderanno con i lamenti del vento..allora sarà il vento a pregare!>>… precipiterà quelle anziane megere di parrocchia in una sorta di “girone infernale” ove una decrepita sensitiva, Adla Petrangeli, in compagnia perenne della sua fetida bambola, mormorerà gli effetti collaterali del concetto stesso di "male".

Sull'onda delle mormorazioni pronunciate dall’ottuagenaria medium al cospetto di G/Ab, i DEVIATE DAMAEN, con Lilì Lilien alla voce e Dominus Metus al basso che si slametta gli addominali a sangue, musicheranno dal vivo quest’ulteriore precipizio verso la bocca dell’Ade, dalla quale si salveranno solo grazie alla “sventura” d’un impantanamento.

Ma in mezzo al fango ci attendono nuove ipocrisie: l’infiocchettata inaugurazione dell'Auditorium capitolino, progettato dai soliti architetti radical-chic, da una parte; e la Festa dell'Unità sul Lungotevere dall'altra: 2 facce diversamente imbellettate di un'unica piagata medaglia chiamata “conformismo”: <<sul canale destro (del vostro impianto audiofonico d'ascolto) avrete la "sterminata vuotezza umana in abito da sera"; su quello sinistro avrete "l'impegno"..ecclesiale, sociale, unitario fatto di stracci, barbe, magliette e occhialetti": optate per quest'ultimo..appare più interessante, valido, degno..ma alla fine vi chiederà il suo prezzo!>>.

E a questo punto della drammaturgia "creata" e sceneggiata, tornerà l'interazione col contesto reale, dove uno dei tanti “fenomeni” della Sinistra italiana prometterà ai quattro venti come verità assoluta l'imminente vittoria elettorale che poi non si verificherà. Ma la faccia di culo del politico in questione sarà sempre lì a parargli il deretano, mentre il suo fedele "gregge" proseguirà imbelle a belargli dietro..<<l'arroganza delle verità assolute vi costringerà a belare come pecore, e come pecore vi condurrà al macello del vostro cervello>>.

In men che non si dica, però, le pecore svaniscono, e prende il loro posto un disciplinato corteo di trombettieri e sbandieratori accolto da una grigia folla altrettanto belante: <<propaganda..mercimonio..vendita delle bandiere della pace..autofinanziamento dell'ideologia, editoria, discografia!!!>>; sono queste le premesse introduttive al passo successivo. Ci troviamo nuovamente a Roma. E' stato da poco celebrato il sontuoso rito "nazional-popolare" del Festival della canzone italiana di Sanremo, dal quale è uscita vincitrice una cantante di nome Alexia (solo per pura ironia della sorte, omonima del nostro Reverendo Bavmord). Così consultiamo due differenti negozi di dischi della Capitale: un “megastore” di quelli contro i quali i finti straccioni dei centri sociali alzano i pugni; e un negozietto pulcioso con le faccette di Che Guevara in vetrina. Una Voce Deviatika contatterà entrambi telefonicamente per verificare e confrontare, incrociandoli, prezzi e disponibilità del disco vincitore a Sanremo. Ancora una volta ricorreremo alla stereofonia: sul canale dx avrete la risposta del primo interlocutore, e sul sx quella del secondo. Sarà dunque l’ideologia o il mercato a determinare l’esito del confronto? Su tale dubbio G/Ab sfiderà in canoa i vortici della perigliosa Bocca d'Albenga, foce dell'omonimo fiume presso Talamone, tana di tante anime belle della “Sinistra al caviale”.
Grazie al suo vigore fisico, il leader dei Deviate Damaen avrà la meglio sulla fragorosa risacca creata dallo scontro d’acque; tuttavia, una volta approdato dal fiume al mare, un fato avverso lo farà naufragare e inghiottire da quei medesimi flutti infernali che lo risputeranno, entro un lasso di tempo indefinibile, dalla bocca d’un lago appenninico…per vivere un idillio di piacere sadico…

<<La morte è un suono ascoltato a metà; l'amore è un alito di sincerità>>. Su tali note, poetiche e musicali, G/Ab ed il suo Cucciolo di GIACINTO, apparsogli una volta riemerso presso le verdi sponde del Brasimone (siamo sull’Appennino toscoemiliano), bruceranno d'ardore all'interno d'un box doccia, mentre qualcosa lascerà il mondo con dolore sull’altare del loro piacere erotico, realizzando così ogni pienezza effettuale di tali versi poetici.

Ma l'INFERNO (quello vero e proprio), la sua esistenza estetica e semantica, continua a strattonar qualunque brama di tenebra, ed il viaggio riprende denso di fumo nero e di pece: l'ennesimo indugio s'avrà transitando innanzi al Parco di Pinocchio a Collodi, ove ci distrarremo ancora una volta attirati dal suono della melodiosa e soave voce d'una poetessa, fervente antifemminista, di nome Lydia Pia, ex-infermiera obiettrice di coscienza anti-abortista alle dipendenze di Don Alexio Bavmord (nonché personaggio della “Saga Galanti”): il suo lamento inneggia al dannar l'anima di qualunque donna si rifiuti d’esser madre..<<titolo: “Mamma m'ha detto No!”. Volevo in terra vivere e sognare, con tanti bimbi vivere pure io; non m'ha voluto chi non sa più amare, e triste me ne torno in seno a Dio! C'erano tanti fiori che cogliere volevo, volevo dalla terra contar le stelle in cielo; ricevere da Dio con tanti miei fratelli, correre lungo i prati, bagnarmi nei ruscelli; ma come gl'altri bimbi vivere non potrò: muoio prima di nascere, Mamma m'ha detto No! M'ha detto "no!", Signore, e dal suo cuore, più duro diventato d'una pietra, m'ha riscacciato; ed io ritorno indietro a pianger desolato innanzi a te. Volevo d'una madre vedere gl'occhi belli, anch'io le lodi in cielo cantare con gli uccelli; potevo avere il cuore d'un piccolo poeta, e far volar nei campi anch'io la mia cometa! Ma come gli altri bimbi vivere non potrò: muoio prima di nascere..Mamma m'ha detto No! Perdona quella madre che non m'ha conosciuto, io che non ho vissuto, per lei ti pregherò!>>.
Poi, rivolta al Reverendo Bavmord, la Poetessa, piagnucolando commossa, aggiungerà: <<ho dedicato quest'ispirazione a tutte quelle mignotte che non accettano di essere madri..e che, se li fanno nascere per la salute loro, poi li buttano nei cassonetti e li lasciano morire assiderati!...mi sente, Padre Alexio?!>>.

Al che, innanzi ad una tale sferzante invocazione d’assenso, il redivivo organista lefebvriano dei Deviate Damaen, Don Alexio Bavmord, non tarderà ulteriormente a manifestarsi col suo plauso alle intenzioni poetiche della donna, prova inconfutabile, la sua presenza, che la discesa verso l'Oltretomba è oramai iniziata...

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Narrazione, Registrazioni ambientali, Effetti acustici ed elettronici: G/Ab SVENYM VOLGAR dei XACRESTANI
Tastiere: M.AURO/LORD ZIMO
Clavicembalo: NEFAS
Basso: DOMINUS METUS detto “Zibbo”
Voci Deviatike: LILI’ LILIEN, infermiera Lydia. “Special guest”: DON ALEXIO BAVMORD

Soggetto, Liriche, Sceneggiatura, Dialoghi e Drammaturgia: G/Ab
Musiche e Temi Musicali: DEVIATE DAMAEN
Registrato dal vivo nei teatri naturali citati nella sceneggiatura; e missato da G/Ab nella Sacrestia SeIrgXI fra i primi mesi del 2003 e gli ultimi del 2005 d.C. Rimasterizzato da Carlo Meroni 2019 d.C.
Edito da DVRA CRVX (Aristocrazia Dvracrvxiana) e Masked Dead Records 2021 d.C.).
All Rights Reserved Gianni Foti 2005 d.C.

DEVIATE DAMAEN

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