Schiavi senza catene Con Alberto Contri

5 months ago
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In una lettera del 21 ottobre 1949, lo scrittore Aldous Huxley ringraziava l’ex allievo dell’Eton College, George Orwell, per avergli spedito una copia del suo nuovo romanzo, 1984. Huxley si mostrava entusiasta del manoscritto ma si permetteva di notare la differenza sostanziale tra il modello di dittatura “dolce” immaginato da lui 17 anni prima nel romanzo distopico Il mondo nuovo, e quello invece cupo e “sadico” descritto da Orwell, spiegando cosa, secondo lui, sarebbe avvenuto nel prossimo futuro:

Quello che cambia nell’attuale società rispetto a quella immaginata da Orwell o dal sistema di controllo panottico, è che il controllo sociale, grazie da un lato alla sorveglianza tecnologica (ne abbiamo avuto qualche assaggio con lo scandalo di Cambridge Analytica) e dall’altro a tecniche di propaganda sempre più sofisticate, si è reso invisibile, permanente e capillare e investe tutti in quello che il sociologo Marshall McLuhan ha denominato il “villaggio globale”. Oggi, grazie a una fitta rete di controllo che avviene anche grazie al web, ogni individuo può spiare il prossimo arrivando persino a “segnalarlo” e a tradirlo schierandosi di fatto col potere invisibile (come nei regimi). Tutti controllano tutti e di fatto si mantiene l’ordine anche grazie all’omologazione dei cittadini che non si rendono conto di essere solo le pedine di uno schema di controllo più grande di loro.

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