DALLA GUERRA AL VIRUS AL VIRUS DELLA GUERRA

8 months ago
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Trasmissione del 4 marzo 2024
«Quando nel 2020, insieme alla pandemia, ha cominciato a dilagare il paradigma bellico per narrare l’impegno collettivo per salvare le vite, svolgendo una critica alla banalizzazione della realtà che questo comportava ed ai suoi rischi, scrivevo – tra le altre cose – che il continuo far ricorso al paradigma della guerra, allo sforzo bellico di chi è in “trincea” contro il virus, rimanda alla “ri/costruzione di un immaginario positivo della guerra come sforzo collettivo, come mobilitazione patriottica, come esaltazione della potenza militare”.
Da lì ad un anno, questo paradigma avrebbe modellato la realtà, inverandosi nella nomina di un generale di corpo d’armata a Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, portando con sé notevoli implicazioni culturali e politiche nella ridefinizione dell’immaginario collettivo, che oggi si stanno manifestando in tutta la loro potenza di fuoco all’interno del passaggio repentino dalla “guerra” al virus al virus della guerra guerreggiata, in cui la “necessità” del coinvolgimento italiano – non in un processo di mediazione e interposizione tra le parti, ma attraverso l’invio di armi a sostegno di una parte (dopo un decennio di vendita all’altra, ndr) – è diffusa ossessivamente nella narrazione pubblica e confermata nelle scelte politiche.
Eliminando qualunque possibilità di analisi più complessa dello schierarsi sull’attenti con l’elmetto in testa.»

(Da "Vita.it", 6 marzo 2022)

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25 ANNI DOPO
«Il 24 marzo del 1999 la NATO decise senza alcuna autorizzazione delle Nazioni Unite di avviare l’operazione “Allied Force”, una serie di bombardamenti sulla Repubblica di Jugoslavia che in 78 giorni provocarono morte e distruzione. In Serbia e in Kosovo, oltre agli obiettivi militari, vennero colpiti anche quelli civili: così caddero case, ospedali, scuole, edifici pubblici e culturali, lasciando un numero indefinito di vittime. Ancora oggi si parla soltanto di stime, con cifre che variano fra i 1200 e 2500 morti, non dimenticando gli oltre 12000 feriti che l’intervento NATO causò nella prima guerra combattuta in Europa dopo i due conflitti mondiali.
Significativo appare oggi, alla luce dell’anniversario dell’Allied Force, rileggere l’articolo 1 dello Statuto della NATO: “Le parti si impegnano, come stabilito nello Statuto delle Nazioni Unite, a comporre con mezzi pacifici qualsiasi controversia internazionale in cui potrebbero essere coinvolte, in modo che la pace e la sicurezza internazionali e la giustizia non vengano messe in pericolo, e ad astenersi nei loro rapporti internazionali dal ricorrere alla minaccia o all’uso della forza assolutamente incompatibile con gli scopi delle Nazioni Unite”»

(Da "L'Indipentente" del 24 marzo 2022)

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«LE GRANDI CONQUISTE E I VANTAGGI TANGIBILI DELL'EU
Dal 1957 l'Unione europea ha ottenuto grandi risultati per i suoi cittadini e il mondo:
- un continente in pace
- la libertà dei cittadini di vivere, studiare o lavorare ovunque nell'UE
- il più grande mercato unico del mondo
- aiuti e assistenza allo sviluppo per milioni di persone in tutto il mondo.

PACE E STABILITÀ
L'UE ha prodotto oltre mezzo secolo di pace, stabilità e prosperità. Svolge inoltre un ruolo importante nella diplomazia e si adopera per promuovere questi stessi benefici, come pure la democrazia, le libertà fondamentali e lo Stato di diritto, in tutto il mondo.
Nel 2012 l'UE ha ricevuto il premio Nobel per la pace per i risultati ottenuti in questo campo.

70 ANNI DI PACE DURATURA
La politica estera e di sicurezza comune dell'UE è concepita per risolvere i conflitti e promuovere una migliore comprensione fra i popoli, sulla base della diplomazia e del rispetto delle norme internazionali.»

(Dal sito ufficiale dell'Unione Europea:)

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«C'è un aspetto che io sento come molto negativo cioè l'ipocrisia.
L'ipocrisia dominante perché tu non lo puoi più dire che quella è una guerra, la chiami in un altro modo.
Fai finta che non lo sia, il che poi permette anche naturalmente di fare anche il contrario, di fare come si fa in certi paesi europei oggi in cui si dice alla gente: "guardate che siamo in guerra", anche se non siamo affatto in guerra, però ve lo posso dire perché è tutto talmente confuso mancano confini precisi.
Questa è una cosa pericolosa.»

(Dalla conversazione di A. Barbero al Liceo Alfieri di Torino il 26 febbraio 2024 su dissidenti, guerre, politica ed elite.)

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«L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali»

(Art. 11 della Costituzione)

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