Economia del Popolo

1 year ago
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La maggior parte del popolo italiano, scrive Francesco Carbone, «per arrivare a una meta è abituata a scegliere la via più facile e meno dispendiosa di tempo ed energia, anche se i risultati non sono quelli sperati. Si accontenta dell'illusione di combattere il "sistema", non di persona ma attraverso un "eroe", un "paladino", tipo Fleximan». E sui rilevatori di velocità: «spesso i rilevatori di eccesso di velocità non sono gestiti dai comuni ma da ditte private che prendono gli appalti e trattengono gran parte del guadagno dalle multe fatte». Queste ditte private «spesso regalano autovetture alla polizia locale da cui prendono gli appalti, spartiscono i proventi degli appalti con amministratori comunali o capi dei vigili, come avviene di norma». Questi fatti sono stati perfino documentati dalle cronache, senza che la magistratura sia intervenuta una volta decisamente su tali reati ai danni del popolo. «Stessa cosa accade tutt'ora per i semafori controllati da telecamere, strisce blu e quant'altro sia dato in gestione a ditte private da parte della pubblica amministrazione». Insomma, tutto ciò che Fleximan fa sparire nel "magna magna" è presto ripristinato a tempo di record «dalla pubblica amministrazione finanziata dai cittadini con le loro tasse».
Ovviamente, continua Carbone, se si pretendesse in massa l'intervento della magistratura contro coloro che fanno affari e si spartiscono i proventi degli appalti con i rilevatori di velocità, semaforici o con le strisce blu, i magistrati sarebbero costretti ad agire contro i politicanti che hanno organizzato e permesso tali truffe ai danni del popolo. Invece le stesse compagini politiche che raccomandano e proteggono i magistrati inseriti in procure e tribunali, che fanno? Garantiscono «l'immunità ai politicanti e a sistemi criminali, anche di tipo mafioso. Mafia e massomafia preferiscono fare loschi traffici con gli appalti, lasciando ai loro picciotti (ladri di galline) gli affari di droga, prostituzione e richieste di pizzo.
Le soluzioni spesso sono più facili di quanto si immagina ma ci vuole impegno e pretesa, queste ultime due parole sconosciute al popolo che preferiscono IMMAGINARE un mondo migliore e che ci sia un partito che combatta per loro».
Pertanto i criminali, anche in netta minoranza, vinceranno sempre contro il popolino sognatore se non ci sarà un passaggio dallo stato di sogno o di sonno a quello di veglia. Basterebbe osservare l'uomo vivo. Ma dov'è? Difficile è incontrarlo perché la "scienza" da almeno cinque secoli abitua alla superstizione dell'uomo morto, oltretutto creduto animale. Perciò ci siamo mortificati e animalizzati sempre più? No. Un po' di colpa è anche nostra, non è solo della criminalità che ci governa. L'animale sociale "uomo" è diventato sempre più animale e sempre meno sociale, per colpa sua. Ha creduto vedere l'uomo nel suo corpo fisico, senza accorgersi che il corpo realmente fisico è il cadavere. L'uomo vivo è tutt'altro. Respira, si muove e ha idee. Bisognerebbe disinfettare la conoscenza che si ha dell'uomo. Per disinfettarla occorre accorgersi che le sue radici non sono i piedi ma la testa. Ecco perché le circonvoluzioni cerebrali assomigliano a radici di albero.
Pertanto, così come l'economia dell'albero proviene dalle radici che succhiano i sali minerali terrestri, allo stesso modo l'economia dell'uomo proviene dalle idee succhiate dal cervello che le riflette dal cosmo come intuizioni. Senza questa disinfezione, generatrice di criminalità legalizzata e di guerre, non si può neanche parlare di economia. Ecco perché da devenni affermo che per disinfettare la guerra occorre accorgersi che la parola economia (che la genera) non comporta, come dovrebbe, il greco “nomòs”, che significa pastorizia, né il latino “pecus” e “pecunia”. Purtroppo comporta, come non dovrebbe, il greco “nòmos”, di accento diverso, che per tale accento significa legge. Occorre considerare che, secondo la glottologia e l’impulso a giocare con i suoni insito nell’uomo, l'"economia" della guerra, divenuta con Keynes salute dello Stato e di ogni nazionalismo, dovrebbe chiamarsi “econòmia” (come la chiamerebbero Stanlio ed Ollio). Invece l’uomo, "animale" secondo la "scienza", continua a chiamarla economia, perpetrando all’infinito l’errore etimologico di Rousseau (in “Grande Encyclopédie”, 5° vol.). Il Popolo si sta svegliando. Mi piacerebbe contattare la signora che ha fatto questa coraggiosa telefonata per farle i complimenti.

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