Le origini dimenticate dell'impero Kazaro con Marco Enrico De Graya

10 months ago
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La maggior parte delle informazioni sui Khazari in nostro possesso deriva dall’antica storiografia araba, ebraica, armena e bizantina, da antiche leggende slave e, soprattutto, dalla notevole quantità di reperti archeologici che questo popolo ci ha lasciato e che ci fornisce molte informazioni sul suo sistema socio-economico e sulle sue credenze religiose.Come gran parte dei popoli originari delle steppe, i Khazari professavano una religione sciamanica basata sul culto di Tingri, il Dio creatore della natura, con alcuni influssi chiaramente derivanti dal confucianesimo. La loro area di stanziamento, però, soprattutto nelle città greche sul Mar Nero e nella zona della Crimea era, fin dal periodo precedente alla Diaspora, fortemente abitata da popolazioni ebraiche, tanto che in alcuni distretti, già alla fine del VII° secolo, gli Ebrei formavano la maggioranza della popolazione. i Khazari dovevano essere parte dell’impero Göktürk, fondato dal clan Ashina dopo la loro vittoria contro gli Juan nel 552. Molto probabilmente, quando le guerre tribali portarono alla frantumazione di tale impero e allo sviluppo di numerose confederazioni minori, i Khazari rimasero fedeli agli Ashina, tanto che nel 670 li troviamo in guerra contro i Bulgari, della cui migrazione verso occidente furono probabilmente causa.
É in questo periodo che i Khazari divengono indipendenti (pur mantenendo molte delle istituzioni del vecchio impero) e fondano un loro khanato con capitale prima a Balanjar.
I Khazari arrivarono a controllare un impero esteso e potente che si estendeva per buona parte della Russia e che aveva come naturali confini il Mar Nero, il Mar Caspio, i Monti Urali e la Catena del Caucaso, confinando a Sud-Ovest con l’Impero Bizantino, a Nord-Ovest con la Rus’ di Kiev, a Nord con le terre abitate dai Bulgari del Volga ed a Sud-Est con la Persia. Erano per lo più commercianti e “mediatori” e riscuotevano le tasse sulle merci che attraversavano le loro terre, beneficiando della posizione strategica del loro territorio, attraverso il quale passavano le rotte fluviali che dal Mar Nero conducevano sul Mar Baltico. Il Khanato di Khazaria era così continuamente attraversato da mercanti norreni, greci, arabi, bulgari e persiani diretti a Nord e a Ovest e divenne un importante centro economico e politico, luogo di incontro e di reciproco influsso tra lingue, culture e religioni diverse (Islam, Cristianesimo, Animismo, Ebraismo).
In questa prima “fase nazionale” i Khazari dovevano essere già divisi nelle due caste dei Khazari bianchi, guerrieri e nobili con supremazia territoriale e dei Khazari neri, artigiani e commercianti sottomessi ai primi, dovevano aver già adottato il sistema turcomanno di successione monarchica, che prevedeva la presenza di un potere dualistico, con un re supremo (kargan) e un comandante dell’esercito (bek), e stavano per compiere quello stranissimo processo storico-religioso che li avrebbe resi un unicum nella storia

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