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πDON DOLINDO RUOTOLO - βATTO DI ABBANDONO!!βπππ
πβPAPA LEONE XIIIπππ SVELO' LA SETTA ANTICRISTICA OLTRE UN SECOLO FA!!βπΏπ²πΏ Non prevalebunt!!πππ
-https://rumble.com/v1mhzk2-papa-leone-xiii-svelo-la-setta-anticristica-oltre-un-secolo-fa.html
π(25 SETTEMBRE 2023) - MEDJUGORJE: βMESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE CON IL COMMENTO DI PADRE LIVIO!!βπππ
-https://rumble.com/v3kzk0g-commento-di-padre-livio.html
πDon Dolindo nasce a Napoli il 6 ottobre 1882 da Raffaele Ruotolo e da Silvia Valle, quarto di undici figli; lβ11 ottobre riceve il Battesimo e gli vengono imposti i nomi di Dolindo, Francesco, Giuseppe. Riceve per la prima volta la Santa Eucaristia nel 1893. Della sua infanzia e della fanciullezza ricorda lβestrema indigenza e i rapporti molto tesi fra i genitori. Il padre ha un comportamento di estrema durezza e severitΓ con la moglie e con i figli, in modo particolare con Dolindo, non risparmiandogli durissime punizioni corporali che riducono il povero fanciullo a uno βscimunitoβ, come narra egli stesso. Tuttavia, giΓ in etΓ molto precoce sente il richiamo alla vita consacrata; a 4 anni dice alla mamma: Β«Io sarΓ² sacerdote!Β».
Nel 1895 i genitori si separano legalmente e le condizioni economiche della famiglia divengono ancora piΓΉ dure. Dietro consiglio del suo confessore, la madre decide di far entrare Dolindo e il fratello Elio alla scuola apostolica dei Preti della Missione, a Napoli. I risultati scolastici di Dolindo sono inizialmente insufficienti, ma Dolindo prega intensamente la Madonna chiedendole lβintelligenza per poter diventare sacerdote.
La grazia giunge inaspettata e immediata: la Madonna gli ottiene unβintelligenza pronta e acuta che lo rende capace di un intenso lavoro intellettuale, Β«ma solo per le cose di DioΒ», come per modestia precisa lo stesso don Dolindo, piΓΉ avanti negli anni, nella sua autobiografia.
Nel giugno 1905 riceve lβOrdinazione sacerdotale. Nel 1906 gli viene affidato lβincarico di direttore spirituale nel seminario di Taranto, dove incontra un ambiente ostile; lβanno seguente viene trasferito a Molfetta come maestro di canto e direttore spirituale dei seminaristi. A causa di un increscioso equivoco, viene accusato di eresia e nel 1907 viene convocato dal SantβUffizio. Obbediente, si sottomette alle disposizioni della Chiesa.
Nel 1908 viene espulso dalla Congregazione dei Preti della Missione e fa ritorno in famiglia, ma Γ¨ accolto con sospetto e incontra nuove sofferenze: un parente lo tratta da schiavo e un altro lo denuncia come aderente ad una societΓ segreta. Mons. Mazzella, arcivescovo di Rossano Calabro, lo accoglie nella sua diocesi, dove rimane fino al 1911. Nel 1912, recatosi a Roma per perorare la sua causa, Γ¨ ricevuto in udienza da san Pio X; ritorna quindi a Napoli e inizia il suo apostolato di predicazione in chiese e ospedali di Napoli.
Nel 1916, invitato da alcune studentesse universitarie, tiene delle lezioni di cultura religiosa in casa dellβavvocato Antonio La Rovere e in breve, ottenute le dovute licenze, sorge spontaneamente una scuola di Religione. Nel mese di aprile del 1917 pubblica il suo primo libro, La Dottrina Cattolica, una raccolta delle istruzioni catechistiche tenute ai fanciulli della chiesa della CesΓ rea; segue, nel settembre dello stesso anno, la Vita di N. S. GesΓΉ Cristo, rielaborazione di prediche tenute nella chiesa di san Gennariello a Napoli. Da qualche parte, perΓ², nascono sospetti sul contenuto delle lezioni della scuola di Religione: nel 1918 la scuola viene chiusa e don Dolindo viene sospeso dalla predicazione. Le accuse diventano sempre piΓΉ pesanti e lo conducono di nuovo a Roma, presso il SantβUffizio, dove rimane per circa un anno. Il 4 marzo 1921 viene sospeso a divinis; non potrΓ esercitare il ministero sacerdotale fino al 1937. In questo tempo di profonda sofferenza si occupa di musica sacra, componendo brani musicali, scrivendo studi musicali e cantando nelle chiese di Napoli.
Nel 1925 gli fu presentato un sacerdote che attraversava una profonda crisi di fede perchΓ© tentasse di ricondurlo a Dio. Per fargli capire la bellezza della Sacra Scrittura e dellβUfficio divino, cominciΓ² a commentare il libro del Genesi. Incoraggiato da mons. Giovanni Sanna, OFMConv., vescovo di Gravina di Puglia β al quale furono fatti leggere gli appunti di queste βconversazioni biblicheβ β, comincia a scrivere un suo commento alla Sacra Scrittura, adottando come metodo quello dei Santi Padri della Chiesa. Il primo volume viene stampato nel 1930 con lβimprimatur dello stesso mons. Sanna.
In seguito ad alcune critiche sfavorevoli, don Dolindo ottenne dal papa Pio XI che i suoi commenti scritturali venissero esaminati da alcuni censori prescelti dal SantβUffizio, i quali li trovarono immuni da errori dottrinali e morali. Nonostante gli ampi consensi e gli apprezzamenti dei lettori, tra cui cardinali, vescovi, rettori di seminari, religiosi e fedeli, nel 1940 lβopera, giunta allβundicesimo volume, viene bloccata e posta allβIndice dei libri proibiti. Incoraggiato da importanti studiosi e da autoritΓ della Chiesa, don Dolindo prosegue, perΓ², il lavoro di compilazione dei volumi successivi, pur senza pubblicarli. Questi volumi vedranno la luce solo dopo la sua morte grazie allβimpegno delle figlie spirituali e di mons. Vittorio Maria Costantini, OFMConv., vescovo di Sessa Aurunca, che ne curΓ² personalmente lβedizione.
Reintegrato nelle facoltΓ del ministero sacerdotale nel luglio 1937, da allora si dedicΓ² a unβintensa attivitΓ ministeriale come predicatore, confessore e direttore spirituale. Dal 1942 fu viceparroco del fratello don Elio presso la chiesa di San Giuseppe dei Vecchi, a Napoli. Nel novembre del 1960 un ictus gli provoca la paralisi del lato sinistro del corpo. Appena possibile, perΓ², nonostante le condizioni fisiche precarie riprese la sua intensissima attivitΓ di apostolato, che portΓ² avanti ancora per dieci anni tra sofferenze indicibili. MorΓ¬ il 19 novembre 1970, dopo una broncopolmonite con febbre altissima che lo consumΓ² in tre giorni. Fu sepolto dapprima nel cimitero di Poggioreale ma, dietro richiesta di piΓΉ di ventimila fedeli, il cardinale arcivescovo di Napoli, mons. Corrado Ursi, concesse la traslazione della salma nella chiesa parrocchiale in cui aveva coadiuvato il fratello fin dal 1942, San Giuseppe dei Vecchi, in via Salvatore Tommasi 20, ove si trova tuttora.
La pubblicazione dei numerosi scritti di don Dolindo Γ¨ continuata, dopo la sua morte, inizialmente grazie allo zelo delle sue figlie spirituali dellβApostolato Stampa e, dal 2003, di Casa Mariana Editrice. La sua opera piΓΉ importante Γ¨ il commento alla Sacra Scrittura in 33 volumi, composti tra il 1929 e il 1964, che hanno visto numerose ristampe.
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