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4G extraterrestre, 5G, UFO – Il TecnoRibelle di Maurizio Martucci
Per chi ancora non l’avesse capito, oltre che disumani e anti-natura i programmi wireless non sono affatto terrestri. Dopo Motorola per il dichiarato allunaggio di Apollo 11 nel 1969 tra navicelle simil carta stagnola, ora arriva SpaceX, azienda aerospaziale statunitense del transumanista Elon Musk: insieme a Nokia, colosso finlandese della telefonia mobile, entro la fine del 2023 ambisce a portare lo standard LTE sulla Luna, cioè il 4G on the moon, perché nel 2024 un equipaggio a stelle e strisce vorrebbe provare a volare sul satellite. L’annuncio è stato fatto a Barcellona nell’ambito del Congresso Mondiale della Telefonia Mobile, sostenendo come per permettere agli astronauti della Nasa di comunicare con la Terra, il 4G sarà nel cratere lunare Shackleton, lanciato “su un razzo SpaceX alimentato da una stazione base dotata di antenna immagazzinata in un lander lunare Nova-C progettato dalla società spaziale statunitense Intuitive Machines e da un rover a energia solare di accompagnamento”.
L’irradiazione del 4G sulla Luna fa parte della spedizione Artemis 1, stipulati nel 2020 dall’Italia con la Nasa gli Artemis Accord, cioè gli accordi internazionali per portare gli esseri umani sulla Luna entro il 2025, tanto che coi fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la gestione post-Covid19, attraverso i programmi ‘Luna e In Orbit Servicing’ per lo Spazio sono già stati allocati ben 4 miliardi di euro, più altri 3 ponti all’uso, ai quali se ne potrebbero aggiungere presto di più per creare un riparo italiano per vivere sulla Luna. Mai nella storia delle attività spaziali «si era creata una disponibilità di risorse elevate come oggi: sette miliardi», l’euforico commento di Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (ASI).
Questo perché oggi più che mai la colonizzazione dello Spazio è un target dichiarato dal 4G dei transumanisti che ne portano avanti il piano, antenna dopo antenna, mentre avanza il 5G: “nel 2029 l’uomo arriverà su Marte”, l’annuncio su Twitter di Elon Musk che da sopra le nostre teste ci sta già irradiando coi satelliti wireless in orbita, in tutto circa 8.000, autorizzati 12.000, attese flotte per mezzo milione. «Se restiamo per sempre su questo pianeta dovremo abituarci all’idea che un giorno le risorse energetiche finiranno e ci estingueremo. L’alternativa è diventare una specie multiplanetaria che viaggia nello spazio e spero sarete d’accordo che è la strada giusta da percorrere», le dichiarazioni del tycoon, emule di Barack Obama: “Abbiamo fissato con chiarezza un obiettivo vitale per la storia dell’America nello spazio – nel 2016 dalla Casa Bianca aveva affermato l’ex presidente statunitense – inviare esseri umani su Marte entro il 2030 e farli ritornare sani e salvi, con l’ambizione definitiva di fare in modo, un giorno, che possano restare lì per un tempo prolungato“. Con un accordo da 2,9 miliardi di dollari sottoscritto con la Nasa, SpaceX ambisce quindi a sbarcare anche sulla Luna, mentre Neuralink tenterà ancora di farsi approvare l’innesto del microchip nel cervello umano, perché il transumanesimo, oltre all’ibrido-cyborg nella specie multiplanetaria, cerca nuovi pianeti per “sistemi che in un prossimo futuro potrebbero consentire alla razza umana di spingersi oltre nello spazio, non solo per ragioni di mera conoscenza o vano pionierismo, bensì per cercare risorse necessarie al pianeta”.
Altro che “pronto, chi parla? Mi senti? … ho poco campo, aspetta che mi sposto dove prende meglio!” Diffidate dagli ammiccanti spot televisivi, diffidate da chi parla di 4G per telefonia mobile, da chi giustifica la predazione dei territori con l’installazione selvaggia di Stazioni Radio Base nella semplicistica propaganda del “così lo Smartphone prende di più”, perché di questi tempi passare dal Virus Corona ai marziani … è davvero un attimo. In attesa dello sbarco degli UFO, anche questi ufficialmente annunciati dagli americani, in guerra fredda con la Cina, più o meno come con l’Unione Sovietica ai tempi di Neil Armstrong: l’astronauta confidò a Sergio Zavoli che nella fase di avvicinamento alla Luna aveva “visto un gruppo di oggetti misteriosi nelle vicinanze”. E non c’erano ancora 5G, Intelligenza artificiale, robotica, metaverso e realtà aumentata.
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