Mariella Camedda manifestazione Cagliari

2 years ago
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Discorso di Mariella Camedda:

Cagliari: Commissione d’inchiesta subito
Ritengo necessaria una premessa:
se qualcuno ha ritenuto fosse venuta meno la volontà di dar voce al nostro modo di intendere la giustizia, il diritto e il futuro di questa società, ebbene questa piazza, come le tante altre che, come noi, oggi in tutta Italia si sono mobilitate, sono l’inequivocabile risposta.

Noi non siamo rimasti a guardare, e non resteremo a guardare ……………… mai.

Noi….. ci abbiamo sempre messo la faccia, anche adesso con il documento di cui già vi abbiamo dato nota, inviato alla Corte e agli altri Enti convolti.

Qualche giorno fa presentavo l’iniziativa ad altri come noi, e qualcuno mi ha detto sprezzante: “Non vi leggeranno neppure!”. Può darsi, ma quella pec, quel documento passato in protocollo, resterà a monito, al giudizio della storia, del mendace silenzio perpetrato delle Istituzioni.
La scelta di ignorare qualsiasi evidenza non allineata alla narrativa, cosi da sminuirla e ridicolizzarla, infatti, è ed è stato silenzio colpevole.
Colpevole, perché quell’iniquo decreto legge non doveva e non poteva essere in nessun modo convertito in legge, la n. 44 del 1 aprile 2021. Per giorni, in Parlamento si erano tenute innumerevoli audizioni che trattavano le tematiche su cui i parlamentari erano chiamati a decidere. Audizioni illuminanti, tenute da studiosi riconosciuti tanto sul fronte scientifico, quanto giuridico; nomi come Donzelli, Mastrangelo, Bellavita, Cosentino, Agamben tanto per citarne alcuni, che senza esclusioni di colpi avevano disegnato un quadro inequivocabile. Ebbene, quelle audizioni sono state disertate se non da tutti, da una considerevole parte tanto dei deputati, quanto dei senatori.

Il loro ignorare è ed stato colpevole, perché quel green pass adottato dal Governo italiano, nulla aveva a che fare col modello introdotto dalla normativa europea ed a cui invece, in base a quanto sancito dagli stessi trattati, anche il nostro paese avrebbe dovuto attenersi.

Colpevole, perché disattendendo gli stessi trattati firmati in sede europea, invece di disapplicare, come previsto dalla stessa gerarchia delle fonti, in sede giuridica quelle norme si è consapevolmente legittimato un infame apartheid al cui confronto, quello instaurato dalla etnia bianca in Sudafrica nel 1948, appare un gioco da ragazzi.
In questi ultimi anni abbiamo assistito, con la totale accondiscendenza dei più, allo stralcio di qualsiasi diritto, prima ancora che Costituzionale, Naturale.

E resto basita, quando approfondendo in materia di trattati internazionali mi imbatto in questo testo: “Diritti dell’uomo e del cittadino”; volume a cura del Senato della Repubblica e che, come dichiara, “riunisce i tre testi fondamentali del sistema di protezione internazionale dei diritti dell’uomo”, ovvero la Dichiarazione universale delle Nazioni Unite (1948), la Convenzione del Consiglio d’Europa (1950) e la Carta dei Diritti dell’Unione Europea.
Nelle pagine dedicate alla presentazione così si legge:
“La rete dei diritti fondamentali dà a ciascuno la dignità di persona, non lascia nessuno naufrago del proprio destino, mantiene viva la speranza della pace, della libertà, dell’eguaglianza. – Quando la tutela dei diritti umani spezza la logica delle frontiere per affermare un ordine pubblico di giustizia per le persone, si deve avere il coraggio di considerare la centralità dell’uomo come anello di congiunzione tra le diverse tradizioni costituzionali, le diverse fonti del diritto, e finanche le diverse giurisprudenze, nazionali e internazionali, - in una prospettiva saldamente comunitaria e solidale.”

Eppure, e qualcuno ce ne dovrà dare nell’auspicata commissione d’inchiesta, dovuta spiegazione, quanto è successo in Italia non ha dimenticato la “centralità dell’uomo”; ha piuttosto e colpevolmente “negato l’uomo” e la sua dignità di essere vivente e di cittadino.

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