Tassi e inflazione: il fallimento Euro

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Trasmissione del 10 maggio 2022

Nel 1997, due anni prima dell'introduzione dell'euro, il premio Nobel per l'economia, Milton Friedman, scrisse queste parole:
"La spinta verso l'euro è stata motivata dalla politica, non dall'economia. L'obiettivo è stato quello di legare la Germania e la Francia così strettamente da rendere impossibile una futura guerra europea e di preparare il terreno per gli Stati Uniti d'Europa federali.
Credo che l'adozione dell'euro avrebbe l'effetto opposto.
Esacerberebbe le tensioni politiche convertendo shock divergenti che avrebbero potuto essere prontamente accomodati da cambiamenti del tasso di cambio in questioni politiche divisive."

Il 1 gennaio 1999 l'Euro fu ufficialmente introdotto come moneta scritturale e tre anni dopo come moneta contante (1 € = 1936.27 Lire).
Da "tutto a mille lire" si passò a "tutto a un euro", dal debito pubblico in valuta sovrana nazionale si passò a quello denominato in valuta di conto europea.
Cosa ci abbiamo guadagnato?
L'Euro forte della grande UE - a differenza della Liretta dell'Italietta- ci ha resi (più) competitivi in un mondo globalizzato e ci ha posti all'altezza di valute come Dollaro, Sterlina, Yen?
Ci ha difesi dall'inflazione e dalla svalutazione? Ha reso più economico il nostro debito? Ha favorito le esportazioni italiane? Ha aumentato il potere di acquisto dei lavoratori e delle famiglie? Ha reso più competitive le nostre azience sui mercati internazionali?

- Filippo Burla è membro della redazione economica del Primato Nazionale ed autore del saggio "Tornare potenza. Dieci tesi economiche per l'Italia".

- Gilberto Trombetta, giornalista e addetto stampa, è stato candidato alla carica di Sindaco di Roma per "Riconquistare l'Italia" alle scorse elezioni.

- Pietro Bargagli Stoffi, ricercatore dell'Università Politecnica di Losanna, è autore di "Uropia il protocollo Maynards", thriller distopico sul tramonto della Democrazia in UE.

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